L’ingegner Massimo Bacchetta, cremasco del fare ed ex (ma non troppo) maratoneta, frequenta, con la sua famiglia la poetica, incantata, “mondiale” e luminosa, Toscana (provincia di Livorno) dei vini Surpertuscan da sempre, ma è nel 2006 che scatta la fatala scintilla. In che senso? Beh, dopo aver letto un annuncio sul giornale, Bacchetta acquista un piccolo podere a Bolgheri, di…vino, meraviglioso scorcio toscano tra terra e mare livornese. E nel 2007, avviati i lavori di ristrutturazione, Massimo impianta i suoi primi vigneti, partendo, da subito con l’intenzione di certificarli biologici: cosa poi avvenuta. L’azienda e le vigne si trovano in località Sant’Agata, sopra la Via Bolgherese e ai piedi della collina di Castagneto. Da poco Bacchetta, non è più solo nella gestione di quella che è una delle più piccole realtà della denominazione, fresche di studi, le sue giovani figlie Anna e Chiara hanno deciso di affiancare il padre in quei luoghi fiabeschi che hanno imparato ad amare sin da bambine. Attualmente la realtà vitivinicola (un po’ cremasca) della Bolgheri Doc, si sviluppa su circa 4 ettari di terreno, con grande passione e in modo assolutamente tradizionale, sostenibile produce una limitatissima quantità di vino rosso (Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Syrah) e di vino bianco (Chardonnay e Viogner) che vengono lasciate invecchiare in botti di rovere francese rispettivamente per 18 e 6 mesi prima di passarli in bottiglia. La Tenuta Sant’Agata (www.tenutasantagata.it) è sul mercato vinicolo quindi con bottiglie di Bolgheri Rosso Doc (Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Syrah), Vespero Igt (Syrah in purezza) e Bolgheri Bianco (Vermentino e Chardonnay).

stefano mauri

 

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