Eccellenza cremasca da esportazione, artista creativo, provocatore intelligente, nottologo acuto e soprattutto, designer (pluripremiato, lavora in tutto il mondo) di locali notturni: questo, e altro ancora è Beppe Riboli.
Ebbene, col Cremasco del momento, mentre il suo ArtShow al mercato AustroUngarico di Crema tiene banco abbiamo scambiato quattro chiacchiere.
La Ribolution ha riacceso la luce, bloccando momentaneamente il degrado, sull’ampio piazzale antistante il teatro San Domenico…
Voglio recuperare e far vivere ai cremaschi e a quanti non la conoscono bene piazza Trento Trieste, un luogo bellissimo a parer mio, un posto fuori dal solito schema che vede via Mazzini e piazza Duomo protagoniste con via XX Settembre già da serie B.
La Ribolution Art quindi serve a questo?
Il Mercato AustroUngarico era un pisciatoio, abbiamo disinfestato l’area prima di allestire la kermesse artistica, l’intervento mi è costato 500 euro. L’evento, aperto 24 ore su 24, gratuito, è caratterizzato dalla presenza, alle pareti dell’area coperta e colonnata di immagini e fotografie dei miei 125 progetti internazionali, tutti attaccati poggiati alle pareti del mercato, nel pieno rispetto artistico – ambientale, vuole rappresentare un omaggio d’addio alla mia città. Al centro del progetto c’è il container, il cuore pulsante dell’insieme che pompa sangue e arte e dà da bere agli assetati.
Come vivi le polemiche pressanti su questo momento?
Male, mi hanno molto amareggiato. Sono un’artista, la mia iniziativa è cultura, in altre città del mondo si fanno senza problemi avvenimenti simili, per un attimo ho addirittura anche pensato di smontare la mostra e portarla in un’altra città. Non ho fatto diventare il Mercato AustroUngarico un discobar commerciale, il container forno a microonde funziona da bar solo in prossimità di grandi eventi tipo interviste e spettacoli, dà lavoro a persone, applica prezzi onesti, non fa rumori molesti, non fa concorrenza essendo fuori dal tessuto commerciale cittadino vero e proprio agli altri locali. Ho creato un precedente, l’anno prossimo il comune istituirà un bando ad hoc, vedremo se quanti oggi parlano metteranno mano al portafoglio, come ho fatto io quest’anno, per allestire qualcosa da quelle parti.
Potrebbe vivere pure d’inverno il Mercato AustroUngarico?
Si, adeguatamente chiuso deve diventare il prolungamento, il foyer del teatro. E piazza Trento e Trieste, opportunamente chiusa al traffico, libera dal monumento, con attività, negozietti e botteghe merita di ritornare a brillare di luce propria.
Sei in procinto di lasciare Crema?
Lavoro e viaggio in tutto il mondo, la Paullese è un problema, quindi mi trasferirò a Milano. A proposito, il tracciato che si sta delineando della Paullese non lo capisco: prima dovevano pensare a sistemare il ponte di Spino d’Adda, invece i lavori sono cominciati dove non servivano e continuano a spostare l’imbuto che si crea e si creerà, avanti e indietro. Mah!
A Crema e in Italia le discoteche non attirano più gente come ai bei tempi che furono…
Ho inventato: la morte celebrale della notte è dovuta essenzialmente all’asfissiante presenza dei controlli di polizia sulle strade. La tolleranza è la parte migliore di un mondo civile: chi esagera va punito, ma chi beve due birre piccole non va trattato da ubriacone; io di notte mi sposto con il driver, in giro c’è il panico, troppo bassi i parametri di controllo, i locali periferici o dislocati lungo le grandi arterie muoiono. Una volta ci si trovava in piazza Garibaldi per l’aperitivo, poi si andava a Desenzano a cena e a ballare: il viaggio era il vero protagonista della serata, lungo il tragitto d’andata e di ritorno si parlava. Oggi pare ci vogliano sempre a letto presto, questa tendenza mi rimanda a Mussolini e Stalin.
In un certo senso i social forum e certi reality hanno preso il posto delle discoteche?
La discoteca era una straordinaria palestra creativa: Mario Biondi anni fa si esibiva al Fura (Desenzano) per 200 euro al sabato sera, Dolce e Gabbana nascono artisticamente in disco. Ora questi posti vantano un target atroce, assisto a spettacoli desolanti con tavolini colmi di gente che non si parla e pensa soltanto a smanettare con telefonini, I phone, I pad e altre diavolerie. Non comunichiamo più oggi, ci limitiamo a smanettare, personalmente vieterei l’uso dei cellulari in discoteca, il selfie non è socializzare.
L’Expo è un’opportunità?
Da artista si, ma dà fastidio vedere che in Italia, intorno ai grandi eventi, ancora una volta si celebra il rito delle tangenti. Ho nostalgia dei veri politici che furono, mi riferisco a Fanfani, Pertini, Berlinguer.
Da cremasco giramondo come vedi Crema?
Fuori dall’asse diretto Milano – Bologna la Paullese ci ha salvato evitando di trasformare la nostra bella città Medioevale in un dormitorio tipo Paullo, Melegnano o Lodi. Vedremo ora se la nuova, rinnovata Paullese ci preserverà dal nuovo che avanza e dai nuovi flussi migratori. Attenzione sono tollerante, non parlo da razzista: sto infatti sempre coi deboli. Nell’ultima finale di Champions League tifavo Atletico Madrid e per due soli maledetti minuti non abbiamo sconfitto il potentissimo, ricco Real.
Stefano Mauri