Lo hanno già ricordato tutti oggi. Non l’avevamo messo in progamma settimane fa e per una volta ci accodiamo. Visto che oggi ricorre il 15 esimo anno dalla scomparsa Fabrizio De André vistoche infiamma il dibattito se intitolagli o meno i giardini di Porta Serio (per inciso noi preferiremmo Feiez), visto che in questo momento al Galilei di Romanengo il buon Gio Bressanelli sta proponendo l’integrale di Anime Salve. E va bene. Ecco la storia e il video di Ho visto Nina volare, girato per intero a Salvirola.
Da Wikipedia la genesi della canzone:
Lo spunto di questa canzone dovrebbe essere stato il primo amore d’infanzia di De André. Descrive la solitudine del ragazzo che deve disobbedire al padre, non trovando il coraggio di informarlo del suo amore per Nina, e se lo sapesse lui sarà costretto a scappare di casa, e cercare una nuova vita lontano. L’ombra è il rimorso del protagonista che si ribella all’autorità paterna, ma lui è ben pronto a cacciarlo, con il coltello (cioè con la violenza), e con la maschera di gelso, che vuol dire nascondersi. Elementi presenti nella canzone sono l’altalena su cui giocavano, il cortile della cascina e l’arnia («mastica e sputa, da una parte il miele, mastica e sputa, dall’altra la cera»). Ivano Fossati riferirà in seguito, in un’intervista, che il “masticare e sputare da una parte il miele e dall’altra la cera” è un’antichissima pratica osservata con stupore da De André e dallo stesso Fossati mentre veniva effettuata da alcune anziane contadine nel materano, in Basilicata. È un ricordo di De André bambino, quando con i loro genitori nei weekend andavano nella loro casa di campagna nell’Astigiano, Nina (veramente esistita e tuttora viva)[19] era una bambina del posto che nei pomeriggi estivi era la compagna di giochi del futuro cantautore, il quale non raramente si fermava a vederla andare sull’altalena; da qui il titolo del brano