Al Festival di Sanremo non ci sono solo canzonette. E le più impegnate: quelle di Ghali e D’Amico, beh sono un po’ … ‘cremonesi’

Al Festival di Sanremo non ci sono solo canzonette. E le più impegnate: quelle di Ghali e D’Amico, beh sono un po’ … ‘cremonesi’

Il testo di Casa Mia, presentato da Ghali sul palco dell’Ariston, ecco decisamente non è piaciuto alla comunità ebraica di Milano. Il presidente Walker Meghnagi ha infatti bollato l’esibizione del rapper: “Propaganda anti-israeliana con una canzone per gli abitanti di Gaza, ma a differenza di Ghali non possiamo dimenticare che questa terribile guerra è il prodotto di quanto successo il 7 ottobre”. Meghnagi si riferisce a una frase della canzone del cantautore sui bombardamenti degli ospedali: “Di alzare un polverone non mi va (va) / Ma, come fate a dire che qui è tutto normale / Per tracciare un confine / Con linee immaginarie bombardate un ospedale / Per un pezzo di terra o per un pezzo di pane / Non c’è mai pace”.

Tra gli autori della canzone di Ghali c’è il compositore cremonese Michele Zocca in arte Michelangelo. Questo, nel merito, il pensiero del rapper milanese: “Sono venuto a Sanremo per portare un messaggio di pace, non ho né il ruolo né l’ambizione di risolvere una questione internazionale. Ma se la mia esibizione porta a ragionare sull’irragionabile, se la mia canzone porta luce su quello che si finge di non vedere, allora ben venga. Non si può fare finta di nulla: è necessario prendere una posizione perché il silenzio non suoni come un assenso. Il mio paese è l’Italia, e voglio essere fiero del mio paese”.

Un altro testo impegnato, in gara al Festiva della Musica Italiana, vale a dire ‘Onda alta’ di Dargen D’Amico, (tra gli autori Edwin Roberts da Cremona), non è passato inosservato, soprattutto a causa dell’appello, lanciato dal cantante dopo l’esibizione dello scorso 6 febbraio: “Il nostro silenzio è corresponsabilità: la storia e Dio non accettano scena muta. Cessate il fuoco”. Nella replica sanremese del mercoledì, D’Amico è tornato sulla querelle: “Volevo tornare su quello che ho detto ieri sera. Quando sono tornato a casa ho cominciato a leggere qualcosa e mi sono preoccupato quando ho visto che il mio era un messaggio politico. Io non volevo essere politico: in vita mia ho fatto tante cazzate, peccati anche gravi, ma non ho mia pensato di avvicinarmi alla politica”. “Ero guidato dall’amore e dalla sensazione che sono sempre più le cose che abbiamo in comune e su quello mi vorrei concentrare”. Insomma: all’Ariston, non ci sono solo ‘canzonette’. E le più ‘impegnate’ sono cremonesi.

stefano mauri

(Visited 56 times, 56 visits today)