E’ dunque il numero uno dei dilettanti (intesa come Lega calcistica) Carlo Tavecchio il nome forte per la corsa ad acciuffare la poltrona federale (Federcalcio) lasciata libera, settimana scorsa (è proprio vero non esistono più i democristiani di una volta) dalle dimissioni di Giancarlo Abete (precedute da quelle del Ct Cesare Prandelli) dopo la pessima figura rimediata dall’Italia al Mondiale in Brasile.

Tavecchio, qualora vincesse le “elezioni”, per il ruolo di vice avrebbe scelto il cremasco d’adozione, nonché patron della Lega Pro (e grande sostenitore della Pergolettese) Mario Macalli.

Ebbene, pur con il massimo rispetto dei personaggi (calciofili noti, preparati e d’autore), se la nomination, o meglio, l’operazione Tavecchio andasse a buon fine, beh assisteremmo all’ennesima “gattopardata” italica dove tutto sostanzialmente muterà per non essenzialmente cambiare.

Indipendentemente da età anagrafica e curriculum, nei vari Palazzi Forti Italici servono facce e politiche nuove, poiché il vaso stavolta è colmo veramente. E il footballshowbusinessmoderno ha bisogno di riforme strutturali vere e aria di rinnovamento epocale.

Stefano Mauri

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