Alessandro Cutolo (vedi fotografia in pagina di Mike Antonaccio, ndr), appassionato titolare, ma soprattutto enologo rock, ricercatore – sperimentatore (a breve sperimenterà pure la vinificazione in cemento) dell’azienda vitivinicola Marangona, autentico sostenitore del Lugana intesto come vino di terra, o meglio, espressione di territorio, nei giorni scorsi, scambiando due chiacchiere, disponibilissimo ci ha accompagnato a fare due passi all’interno della sua artigianale e vivace cantina.
La varietà, nel senso che ogni produttore ne fa una sua versione, del Turbiana è un pregio oppure, in un certo senso un limite?
Detto che inevitabilmente la non omologazione del Lugana, senza dubbio, tra i consumatori crea un poco di fisiologica difficoltà nella conoscenza del prodotto, ecco ritengo la soggettività di interpretazione della materia un fatto tanto positivo, quanto interessante e stimolante per noi produttori. Siamo un territorio piccolo, eppure propositivo e appunto diversificato.
La tua filosofia produttiva dove la collochiamo?
Personalmente adoro i vini bianchi in generale e la mia visione, contestualizzata alla mia attività enologica è quella che inquadra il Lugana come espressione tipica verticale e moderna della terra d’appartenenza, un terreno caratteristico e minerale, che dà una bella acidità ai vini. Chiaramente un’occhiata al mercato la dò, ma non faccio vino totalmente modellato a immagine e somiglianza dei mercati e che piaccia a tutti.
La Tav “tallona” i vostri vigneti…
Personalmente e per fortuna la questione non sfiora direttamente i miei terreni, ma globalmente, anzi, potenzialmente il progetto è un disastro. Attenzione non sono contro il progresso, ma dal punto di vista dell’impatto visivo e della complessità delle opere, ecco, per il nostro territorio, l’alta velocità mi si passi il termine, non è propriamente il massimo.
Che annata sarà il 2016 per la viticoltura bresciana e veneta consacrata al Lugana?
Promette bene con le uve che sono maturate al meglio e nelle condizioni più ottimali. Particolare non indifferente, per fortuna e grazie all’esportazione, in generale il momento non felice dell’economia non ci fa soffrire: le nostre cantine non sono piene di bottiglie invendute.
Le tue etichette portano in bella mostra una campana…
Il termine Marangona, trasportato al dialetto veneto, significa appunto campana.
Siete in regime d’agricoltura biologica?
Sì ma non inquadratemi quale estremista del naturale, per biologico intendo semplicemente impatti ridotti al minimo, pulizia nelle varie fasi di lavorazioni e, quindi, etica nella produzione.
Sai che la tua Vendemmia Tardiva oltre a essere stupenda e intrigante ci starebbe benissimo coi Tortelli Cremaschi?
Grazie per i complimenti, purtroppo non conosco i tortelli, ma prometto di assaggiarli. Adoro questa tipologia produttiva, pratica ahimè poco considerata e adottata in Italia. Il Lugana ben si presta a essere raccolto tardi. Quando la natura lo consente, perché non tutte le annate è possibile ricorrere alla vendemmia tardiva, a novembre, coi grappoli bruttissimi da vedersi, vendemmio le uve tardivamente e mi avvio alla vinificazione, pratica che, sottolineo, per quanto mi riguarda, ben si adatta alle uve Turbiana e che gradisco particolarmente.
Stefano Mauri