Premessa doverosa: il tasso tecnico di quest’Italia prossima agli Europei non è sicuramente eccelso. Ciò detto, proprio per questo, ecco il commissario tecnico Antonio Conte, per la cronaca un Ct a metà con la testa già a Londra, sponda Chelsea, in fase di convocazione, certamente avrebbe dovuto osare di più ed essere decisamente più fantasioso. Per intenderci, l’attaccante genoano Leonardo Pavoletti, pur con tutto il rispetto non essendo la reincarnazione di Marco Van Basten, probabilmente alla causa azzurra sarebbe servito, così come un certo Francesco Totti, magari inserito a una manciata di minuti dalla fine in determinate partite chiuse, presumibilmente avrebbe fatto al caso di Conte. Ma i due non ci sono, sua immensità Conte (tecnico bravo, motivato e preparato, intendiamoci) quindi bisogna andare oltre sperando che il modello Juventus giovi alla nazionale, soprattutto confidando nella resistenza agli infortuni dei tre tenori difensivi Barzagli, Bonucci e Chiellini, interpreti chiavi questi del 3-5-2 contiano di chiara ispirazione bianconera juventina. Già ma è questo il modulo adatto per giocare in Europa? La Champions dice di no, il resto lo scopriremo vivendo, ma le incognite restano poiché per fare bene questo modulo, considerando la stanchezza fisiologica del terzetto, per la cronaca non più giovincello, beh forse servirebbero pure i centrocampisti e gli esterni della Vecchia Signora. No?

Insomma per l’ennesima volta, dal 2006 (anno fantastico culminato con la vittoria dei Lippi Boys al Mondiale in Germania, ndr) a oggi, l’Italia si presenta a una kermesse ufficiale nei panni dell’outsider. Riusciranno i ragazzi di Conte a invertire la rotta?

Stefano Mauri

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