Da più parti ci chiedono del perché si possa ancora oggi, applicare e decidere nomine di importanti istituzioni, come nel caso del Teatro San Domenico, seguendo logiche che hanno dell’acquisito merito e del dovuto politico. La risposta, per quanto ci compete, è di difficile interpretazione visto le premesse con cui l’attuale amministrazione ha avuto il consenso dei cittadini.
Se si vuole veramente cambiare occorre far seguire i fatti dopo le parole, perché da tempo chiediamo trasparenza e continuità delle figure professionali nei settori che dovrebbero far emergere la città di Crema non solo nel territorio ma anche a livello regionale. Occorre avere la consapevolezza della necessità di procedere sulla strada dell’innovazione affidandosi anche a persone giovani, con già importanti competenze, avendo il coraggio di proporre innovazione in grado di unire e non di dividere.
Cultura e ambiente sono legate da un filo sottile dove il cambiamento, da un lato per la crescita sociale e del sapere, dall’altro per una qualità della vita e della salute, sono fondamentali per un nuovo futuro. Siamo consapevoli che la gestione del Teatro San Domenico passi attraverso la delicata situazione economica di una gestione attenta e oculata delle risorse, ma fin da quando eravamo presenti in consiglio comunale ci siamo impegnati affinché si potesse trovare vie alternative coinvolgendo la cittadinanza, l’imprenditoria e la classe culturalmente elevata per il lavoro svolto in questo settore.
Nella cultura come in ambiente, se non riusciamo a far passare il segnale dell’importanza che ricoprono, perdiamo il contatto con la cittadinanza e lo scollamento con le istituzione risulterebbe più profondo e di difficile recupero. Mandiamo un segnale forte e concreto a chi non ha fiducia nelle istituzioni, a chi pensa che il tutto si faccia per interessi, a chi considera la cultura e l’ambiente degli optional creando un pensiero trasversale dove la nomina politica del presidente non dovrà essere imposta, ma bilanciata da forti competenze gestionali e culturali, attraverso l’espressione dei membri del CDA.
Gianemilio Ardigò (Verdi Europei)