Si e’ sempre combattuti, sia politicamente che a livello personale quando si prendono posizioni di difficile spiegazione tecnica ma di facile populismo. Noi Verdi partiamo dal fatto che la costituzione sia un patrimonio di tutti e che il nostro NO non e’ contro il governo ne tanto meno una pregiudiziale politica. E’ un NO per tanti motivi che in tutti questi anni abbiamo cercato di porre all’attenzione dell’opinione pubblica, riscontrando la scarsa considerazione riservata nonostante i continui segnali che questo modello di societa’ non funziona per motivi di interesse di parte e scelte politiche che avvantaggiano pochi a svantaggio di tanti.
E’ un NO per diversi motivi, il primo e’ quello che la costituzione deve garantire un futuro equo e solidale avendo nei suoi principi il tema della sfida sui cambiamenti climatici, il principio di precauzione, la sostenibilita’ ambientale, la tutela del territorio e il diritto alla partecipazione nelle scelte che incidono sull’ambiente. In vari paesi europei, a livello costituzionale si sono definiti i principi di precauzione in materia ambientale, si ergono ai massimi livelli il ruolo dell’educazione ambientale e della ricerca, promuovendo lo sviluppo sostenibile, riconoscendo un ambiente adeguato della persona con il dovere di conservarlo. In Italia, nemmeno nella riforma abbiamo perso l’occasione storica di inserire questi principi, ma proseguiamo sulla strada degli errori come e’ stato fatto in passato.
Nel decreto “ Sblocca Italia “ viene modificato il titolo V, in particolare l’articolo 117, arrivando in pratica a concentrare nelle mani del governo le autorizzazioni, senza alternative, delle opere pubbliche, eliminando qualsiasi possibilita’ di partecipazione delle comunita’ e dei governi locali nelle decisioni. Potranno decidere tutto solo senza confronto, ne’ sul perche’ ne’ sul dove. Nella riforma non ci sono contrappesi che consentono di dare pari dignita’ costituzionale alla tutela dell’ambiente e quindi della salute. Ancora una volta, nonostante tutti i segnali anche recenti che riguardano la tutela del territorio, la salvaguardia di aree a rischio idrogeologico, la tutela della salute e l’impegno contro i cambiamenti climatici, il governo sceglie la via della “ disperazione senza idee “ venendo meno a tutti gli impegni internazionali sottoscritti. Un NO in questo caso e’ il segnale piu’ forte che si possa dare, a un governo che sull’onda di un facile populismo porta l’Italia a una scelta al buio, senza futuro.
Gianemilio Ardigò – Verdi Europei – Crema