Area vasta, area omogenea. L’indipendenza del cremasco insomma, pare non andare per il verso giusto. La novità adesso il cremasco non ha parola nella sua… indipendenza. Spiega Antonio Grassi, sindaco di Casale Cremasco:
“Considerato che nella delibera di convocazione del tavolo di confronto con il sottosegretario regionale Daniele Nava che si terrà il 22 aprile a Cremona, non sono stati invitati né l’Area omogenea cremasca in quanto ufficialmente non ancora istitituzionalizzata, né il comune di Crema e pertanto a rappresentare, appunto il Cremasco sarà il presidente della Provincia, mi pare necessario che i sindaci del nostro territorio siano comunque presenti”.
In che modo?
“Nello stesso modo con il quale si sono recati in consiglio regionale durante la discussione sulla riforma sanitaria. In sostanza una delegazione di sindaci cremaschi dovrebbe chiedere di assistere come uditori all’incontro, quindi senza diritto di parola”.
E se vi dicono di no?
In caso di rifiuto dovrebbero fare sentire la loro presenza sostando nell’atrio della sala dove si svolge la riunione. Sarebbe un segnale forte e inequivocabile della volontà del Creamasco di contare in quella che si annuncia la divisone dei pani e dei pesci del territorio lombardo.
Ma non è che questa modalità di procedere lascia un po’ a desiderare?
Nulla da recriminare sulla correttezza del presidente della Provincia, del quale mi fido, ma la presenza dei sindaci cremaschi a Cremona rafforzerebbe quanto scritto nel documento redatto dagli stessi sindaci e che Vezzini dovrebbe consegnare a Nava”.
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