Sono all’ordine del giorno le problematiche degli ammassi di rifiuti negli spazi di sosta della paullese. Sui social appare  una foto della bretella verso Ricengo scambiata per discarica di decine di sacchi neri, cassette e taniche di plastica, pannelli voluminosi e persino un frigorifero.

Anche la città non è esente da scene indecenti di rifiuti buttati sulle rive dei fossi, come documento dalla fotografia ritratta in via Pagliari, piuttosto che lungo i corsi d’acqua, nel caso è via Chiesa. Si tratta di borse della spesa gonfie di chissà cosa, certamente per evitare la differenziata, piuttosto che cartoni di pizza da asporto, usati e buttati deliberatamente in acqua con gesta che non indugio a definire delittuose.  I cestini di cortesia lungo le vie diventano deposito di oggetti  ingombranti, ombrelli rotti ecc.

Se vi sono leggi che tutelano la fauna a rischio di estinzione e il rispetto della flora, con tanto di guardie forestali e relative sanzioni, non v’è dubbio che sul fronte delle norme per il rispetto dovuto all’ambiente urbano siamo molto indietro e l’abuso avanza. La teoria per cui se un palazzo ha una finestra dai vetri rotti e nessuno l’aggiusta, ben presto se ne vedranno rotte una seconda e poi una terza, fino al totale degrado del palazzo, si sta verificando a livello ambientale, con un ritmo di rotture ben più celeri degli interventi di riparazione.

Penso occorra mettere a punto dei seri provvedimenti di informazione, di educazione ma, soprattutto, di sanzione contro i delitti verso l’ambiente e la natura. Non è più ammissibile questa tolleranza, quando altri casi, meno gravi, sono severamente sanzionati: se il proprietario di un cane, regolarmente denunciato ed identificato da microcip, mentre accede in azienda per controllare il macchinario in orari notturni, gli scappa l’animale e se lo ritrova la mattina seguente assieme ad un multa di 150 euro per “negligenza”, al contrario, i  delitti  volontari contro l’ambiente restano impuniti ed emulati alla grande.

Se manca una legislazione adeguata, o carente la sua applicazione, propongo che, a livello comunale, con mezzi di rilevazione elettronica o con personale appositamente adibito, si incrementi il controllo del territorio e si stabiliscano serie e temibili sanzioni pecuniarie o alternative. Come, ad esempio, la perdita di punteggio nella classifiche di attribuzione delle case popolari, piuttosto che penali nei requisiti ISEE finalizzati ai servizi della pubblica amministrazione, istruzione e mense. Anche la coercizione aiuta la prevenzione e la buona educazione.

Tanto di cappello alle eco-azioni per il coinvolgimento che ottengono e la sensibilizzazione che promuovono.

 TINO ARPINI solo cose buone per Crema

(Visited 50 times, 1 visits today)