L’Atletico Madrid, squadra normale senza primedonne, ma con molti calciatori affamati provenienti dal settore giovanile “pensato” anche dal direttore sportivo italiano (è di Orzinuovi, Bassa Bresciana, ndr) Andrea Berta (Manchester United e Roma lo vogliono, il Milan lo voleva, altri team prestigiosi lo vorrebbero, ndr) e allenato da tenace, caparbio e tosto mister Diego Simeone (ha rifiutato il Chelsea e … lui sì sarebbe un grande trainer per l’Inter) detto “Cholo”, giocando all’italiana (che male c’è finalmente: qualcuno vince passando, talvolta per un football minimalista, tostissimo e astutamente catenacciaro) quindi ha eliminato un … magico (solo sulla carta?) Barcellona stellare, ma dinanzi all’Atletico spento, senza idee, griffato da Luis Enrique.
Detto che ogni partita è una storia a se, che non esiste un solo modo di fare calcio, che l’Atletico Madrid è squadra vera, caparbissima, rognosa, dura e “cattiva”, ma sicuramente non è uno squadrone di fenomeni, ecco, magari mercoledì scorso 13 aprile, il trainer bianconero juventino Max Allegri, un pochino dinanzi alla Tv avrà rosicato e chissà se avrà pensato che nel giugno 2015 e contro al Bayern 20 giorni fa, se avesse giocato alla Simeone con una difesa accorta, centrocampo arcigno e contropiedi ficcanti, mah… così tanto per dire avrebbe potuto festeggiare qualcosa di straordinario in Europa, no?
Stefano Mauri