C’era la Polizia, c’erano i Carabinieri. Ma alla fine nessuna protesta del Comitato No Moschea al bancetto del Pd che sabato e domenica ha distribuito materiale informativo sulla questione moschea. centinaia di copie del volantino intitolato basta Bugie che smonta colpo su colpo le accuse portate avanti sopratutto in rete da chi non vuole l’insediamento islamico in città. Ma in serata sulla pagina del Comitato cremasco No moschea è apparso un comunicato che rimette tutto in gioco ribattendo punto per punto alle argomentazioni del volantino. Ecco il testo:

 

BASTA BUGIE!

Dal profilo Facebook di Jacopo Bassi, coordinatore cittadino del #PD, ci premettiamo di “rubare” il volantino che sarà distribuito oggi e domani in Piazza Duomo

Il titolo è inequivocabile “BASTA BUGIE!”, peccato che ne contenga molte…

Di seguito le nostre risposte e considerazioni alle 5 domande contenute nel volantino, buona lettura.

1) “non è una moschea, ma un luogo di culto” affermano da Via Bacchetta. Ma cos’è una moschea, o musallah che dir si voglia, se non un luogo di culto??? Non ci pare sia una bocciofila…

2) grazie al PD apprendiamo quello che in consiglio comunale e nelle commissioni non era mai emerso ufficialmente, vale a dire che l’area interessata è quella vicino, se non proprio quella della ex-Voltana. A breve scopriremo che si tratta delle aree comunali poste nell’area???

3) “i costi di costruzione saranno a carico della comunità islamica”, buono a sapersi, anche se ci piacerebbe sapere la provenienza dei fondi necessari, questo in considerazione delle numerose inchieste giudiziarie e di intelligence che hanno posto, e pongono ancora oggi, sotto stretta attenzione i finanziatori di tali opere.
Quanto alla mancanza di costi per i cremaschi, oltre ad attendere di leggere tutte le carte, ci permettiamo di menzionare da subito i costI sociali legati alla vivibilità della zona, oltre che al deprezzamento che abitazioni e altri stabili subiranno.

4) “dato che la giunta Giovinetti ha autorizzato la sala del culto per i Testimoni di Geova allora la giunta Bonaldi dovrà dare la moschea agli islamici”, ragionamento semplicistico che denota un pressapochismo allarmante.
Primo: a differenza dell’Islam i testimoni di Geova hanno, nei primi anni ’90, formalizzato accordi con lo Stato Italiano per il reciproco riconoscimento stabilendo in essi regole e principi da rispettare per una civile convivenza.
Secondo: mentre negli ultimi decenni le cronache hanno registrato numerosi casi di moschee e centri islamici utilizzati per scopi non proprio ecumenici e religiosi, non ci pare di aver mai letto di sale del culto tramutate in centri di reclutamento per la jihad…
Terzo: l’amministrazione non ha nessun obbligo di consentire la costruzione di luoghi di culto a chiunque lo chieda, è una facoltà che deve sottendere a regole e buonsenso.

5) che nel territorio comunale esistano altri luoghi di culto diversi dal credo cristiano cattolico è noto a tutti…
Peccato che nel volantino non sia menzionato il fatto che tutte queste confessioni, come ribadiamo da sempre, abbino stabilito concordati e accordi di riconoscimento con lo Stato Italiano. L’Islam non ancora, segno evidente che problemi esistono e pongono un quesito molto chiaro che la società italiana dovrà prima o poi porsi per dare una risposta.
L’Islam, inteso non solo come religione ma anche come cultura, è pienamente compatibile e integrabile con i principi di uguaglianza, libertà e convivenza civile presenti non solo nella costituzione repubblicana ma insiti nella nostra tradizione culturale le cui radici affondano in una storia millenaria?

Cari amici che seguite numerosi questa pagina (siete poco meno di 2.000), queste sono le nostre considerazioni, attendiamo le vostre.

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