Il primo luglio è convocata l’assemblea dei soci di SCRP, i Sindaci, per eleggere il nuovo consiglio di amministrazione. La notizia sembrerebbe positiva, perché finalmente si metterebbe la parola fine sull’attuale consiglio che sembra essere uno studio legale associato, più che un organismo in grado di rilanciare un’azienda in forte difficoltà Per prima cosa ci sembra importante che SCRP definisca con chiarezza il ruolo che dovrebbe svolgere, dopo che sono state privatizzate le aziende pubbliche controllate dalla stessa, mi riferisco alla SCS Servizi Locali e alla Società del teleriscaldamento, soprattutto dopo l’annessione, ancora in corso, di LGH da parte dell’azienda milanese-bresciana A2A.
Il cremasco non ha bisogno di una scatola vuota, tenuta in piedi solo per mantenere in vita alcune poltrone. Giustamente i Sindaci, riuniti nel Coordinamento dell’area omogenea cremasca, hanno scritto il 20 giugno chiedendo di rinviare la nomina del consiglio di amministrazione, confrontandosi prima sul futuro ruolo di SCRP. Inoltre, pur non condividendo la riforma del ministro Madia, che per società come SCRP prevede l’amministratore unico, ritengo utile un consiglio ristretto a tre membri, scelti tra persone che inviano i loro curricula, a seguito di un bando pubblico.
I Sindaci potrebbero scegliere il meglio per rilanciare questo carrozzone che, se non viene radicalmente trasformato, è molto meglio sia messo in liquidazione. Basta con consiglieri lottizzati dalle forze politiche, basta con avvocati manager, si definiscano le funzioni, il ruolo di SCRP e si scelgano persone competenti, con esperienza di gestione di aziende pubbliche, che non rispondano al segretario di partito, ma alla collettività, alla comunità cremasca. E’ auspicabile la creazione di un organismo di controllo e di indirizzo, composto da Sindaci, cittadini, lavoratori, che pubblicizzi le iniziative, informi sulle difficoltà, sproni il CdA a operare per il raggiungimento degli scopi fissati dall’assemblea dei soci.
Beppe Bettenzoli