In merito al “piano sanitario” di Regione Lombardia è innanzitutto opportuno ricordare che le indicazioni contenute in uno studio commissionato dalla Regione stessa sono state bellamente disattese. In quello studio si evidenziava come la spesa sanitaria nella nostra regione si fosse gonfiata a causa delle innumerevoli e non sempre motivate convenzioni con i privati, con un “consumismo” sanitario spesso indotto da un sistema di finanziamento che ha spinto alla moltiplicazione delle prestazioni.
Questo piano, ancora una volta, si traduce nella salvaguardia degli interessi di erogatori privati dei servizi sanitari contro quelli dei soggetti pubblici, mettendo a rischio la prestazione territoriale dei servizi sanitari, a partire da quelli ospedalieri.
I cittadini del nostro territorio provinciale sono tra quelli che pagheranno un prezzo salato per questa riorganizzazione.
Vedo un pericoloso rischio di “balcanizzazione” del nostro territorio: da un lato le pressioni perché l’Ospedale del Casalasco vada a finire sotto il controllo del Poma di Mantova (arrivando persino ad ipotizzare l’accorpamento anche di quello di Cremona), dall’altro la proposta contenuta nel piano regionale di eliminare l’autonomia all’Ospedale di Crema, togliendo finanziamenti e mettendo a pregiudizio la presenza di reparti e specialità.
Giu’ le mani dai nostri ospedali!! Se vogliamo la garanzia di mantenere sul territorio un’offerta sufficientemente ampia e di qualità dei servizi sanitari, a mio avviso, tutti insieme dobbiamo rivendicare l’autonomia per Crema, mantenedo l’Oglio Po di Casalmaggiore con Cremona. Io non vedo altra strada,
Tutte le altre ipotesi alternative ci faranno perdere l’obiettivo. Compresa quella di portare l’Ospedale di Crema nel vortice dell’area metropolitana: il rischio che entro breve possa diventare un “country hospital” (se preferiamo, un ospedale di campagna) a mio avviso è elevatissimo.
Il mio plauso va al lavoro che stanno conducendo sindaci e consiglieri regionali della nostra provincia nel condividere la strada dell’autonomia per Crema, l’unica da percorrere. Anche perché altre ipotesi dovrebbero, come minimo, essere discusse nei consigli comunali dei territori coinvolti e confrontate con i diretti interessati, i cittadini residenti.
Franco Bordo
deputato di Sel