Non so se lo avete notato, ma anche su Facebook c’è sempre qualcuno che vuole avere l’ultima parola. Per meglio dire, più che qualcuno, a me pare una moltitudine… di cui faccio parte.

Lo scontro si sta facendo sempre più duro.

Tempo fa venni coinvolto in un rilancio di opinioni a più scritture. Ne emergeva che non ne saremmo mai venuti a capo e poco alla volta dei tanti che eravamo inizialmente ne rimasero solo pochi testardi, fino a che l’argomento del contendere si ridusse a un testa a testa tra  irriducibile caparbi.

Ero uno dei due ultimi contendenti.

Tra sottigliezze e distinguo, puntualizzazioni e riferimenti a precedenti, tra ipotesi e citazioni di esperienze personali, in un crescendo di testardaggine finimmo per perdere il bandolo della matassa: mentre io speculavo sul sesso degli angeli il mio corrispondente citava le componenti chimiche della mescola per le gomme da impiegare in una gara di Formula 1.

Un casino della madonna, perché all’origine, mi pare di ricordare, il confronto verteva sulla cedolare secca.

A corto di argomenti optai per la soluzione classica: “È inutile proseguire perché non capisci un cazzo! Quindi, vai a cagare.”

“Solo quando sopraggiungeranno i naturali stimoli intestinali.”

Mi arresi e uscii da Facebook con un moto di stizza. Salvo svegliarmi a notte fonda con un’intuizione geniale, che recapitai alla controparte con un Sms telefonico: “Purgati!” E mi riaddormentai felice, salvo essere svegliato alcune ore dopo: “No grazie, la verdura cotta fa bene al’organismo.”

Una “querelle” che va avanti da settimane, ma non mollo, giuro che non mollo.

P.Odalico

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