Le liste ci sono, i simboli pure. Adesso tocca ai programmi. Ve li proporremo tutti integralmente. Il primo che abbiamo avuto modo di visionare è quello della lista Cambare si può di Mimma Aiello. Intanto la lista dei 24 nomi presenti nella armata Brancaleone depositata oggi: Lucia Piloni, Angelo valenzano, Daniele Marcello Cannistrà, Domenico Panariello, Maria Cavallini, Gianemilio Ardigò, Romolo Assandri, Rocco Albano, Luciano Gennari, Serafina Arnoldi, Elia Russo, Laura Cappelletti, Maurizio Barcellesi, Serse Mostosi, Elisabetta Della Torre, Giovanna Uberti, Irene Renzi, Celestino De Ruvo, Beppe Bettenzoli, Simone Antonioli, Giada Allieri e Giancarlo Regazzetti.

Un buon mix di storia dei rifondaroli, civici, nomi nuovi, verdi ed emergenti. Ma il programma? Sono 21 pagine che si aprono con una premessa:

Ambiente e solidarietà, i valori simbolo della lista Cambiare si può! costituiscono gli elementi fondanti della nostra proposta politico-amministrativa per la cui attuazione chiediamo il consenso ed il voto. Solidarietà, come attenzione prioritaria ai più deboli, ai più bisognosi, ai giovani, alle donne. Ambiente, come concreta opportunità di migliorare la qualità della vita e l’utilizzo degli spazi ed ambiti pubblici, in una città più sicura. Non ipotesi e progetti fantasiosi e di difficile attuazione ma proposte concrete, di tempestiva realizzazione.

Quali proposte lo potete vedere scaricandovi il programma completo QUI. Dopo la premessa e il principio ispiratore della lista, l’Articolo 3 della Costituzione, si passa al concreto.

Il primo punto ovviamente è la partecipazione. Associazioni, bilancio partecipativo, consultazione popolare come referendum (saranno contenti i 5 stelle), nuova istituzione delle consulte.

Secondo punto la sicurezza. Scrivono:

“Il senso di sicurezza si accresce soltanto attraverso la conoscenza ed il controllo del territorio, organizzando uno stretto rapporto di collaborazione tra le forze di Polizia che assicuri una loro più assidua presenza soprattutto nelle ore serali; appare necessaria però la promozione di una educazione permanente alla legalità”.

Punto caro anche al centro destra: progetto di controllo del vicinato e cittadinanza attiva.

Terzo punto le politiche sociali e i piani di zona. Qui si parla di cohousing, centri per disabili autonomi, mensa comunale e market sociale, i care givers, laboratori polifunzionali.

Ovviamente non manca l’ambiente con le fonti rinnovabili ma anche gli animali.

Politiche giovanili e cultura hanno un bello spazio con idee non rivoluzionarie ma concrete.

Si sono poi questioni delicatissime. Ad esempio la scuola di Cielle:

Sulla annosa questione, consideriamo deplorevole l’atteggiamento della Provincia che di fronte alla possibilità di un utilizzo pubblico della ex scuola di CL, non mostra alcuna disponibilità concreta a rivedere il suo progetto e la sua posizione, favorevole alla costruzione dell’Istituto Racchetti nel quartiere S. Bartolomeo, con tutte le criticità viabilistiche connesse. Per finalizzare, senza ulteriori indugi, gli 11 milioni stanziati per la realizzazione del nuovo Racchetti nella struttura di CL, occorre solo un po’ di buon senso e un dialogo, senza preconcetti, tra tutti i soggetti coinvolti.

Le privatizzazioni e la questione Scrp:

Sulle privatizzazioni non abbiamo preconcetti ideologici, ma giudichiamo certamente in modo critico… Relativamente al futuro della partecipata SCRP, dopo aver spogliato la società dalla gestione del patrimonio inizialmente assegnato, i Comuni del Cremasco sono di fronte ad un quesito sostanziale: SCRP serve ancora? Noi pensiamo che se i Comuni soci, dovessero ravvisare di qualche utilità l’affidamento a SCRP delle funzioni di centrale di committenza, dovrebbero contemporaneamente essere rinnovate anche le modalità della sua gestione e del suo funzionamento.

Per finire si parla anche di Area Vasta, argomento che tornerà prepotentemente di attualità a breve.

Emanuele Mandelli

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