Va bene che le opinioni cono come i coglioni, ognuno ha le sue, lo diceva Gaber e citarlo va sempre bene, ma quando ci si imbatte in articoli di critica musicale come quello scritto da Valerio Cesari sulle colonne culturali de Il Fatto quotidiano dal titolo Pink Floyd, ‘The Endless River’: una ‘truffa’ ai danni dei fan i suddetti coglioni cascano fragorosamente.

Il pezzo, pubblicato lo scorso 3 ottobre, vuole essere una sorta di disanima recensione di un disco che ancora non è uscito. Il disco più atteso e insperato degli ultimi anni, il canto del cigno dei Pink Floyd. E’ difficile trovare un solo passaggio da citare nel pezzo del Cesari. Si tratta di una raccolta di castronerie a tema musicale davvero notevoli. Vale la pena di leggere con che astio, o calcolata operazione, il Cesari attacchi e demolisca un disco che ancora non ha sentito. Le motivazioni? Sono registrazioni di 20 anni fa, uno degli autori è morto, un membro storico del gruppo manca, il disco di cui sono costola è brutto ergo questo disco sarà una ciofeca e pure una truffa ai danni dei fan. fa nulla se le motivazioni dell’accusa di truffa sono state ampiamente spiegate dal gruppo in fase di presentazione.

Detto che basterebbe la caterva di commenti, spesso più argomentati e seri dell’articolo madre, per mostrare che i pezzo è una terribile cantonata, vien da pensare invece che la mossa sia da abile blogger va volutamente controcorrente con argomenti stridenti per scatenare la discussione. Quasi un troll mi verrebbe da dire.

Un pezzo abilmente costruito per fare traffico, e se l’intenzione era questa ci sono cascato anche io che non ho aggiunto un commento ai quasi 300 presenti ma che addirittura scrivo un pezzo e linko questo pezzo per parlarne male.

Ovviamente con la segreta speranza che la pubblicità negativa del pezzo generi traffico, così come ne genera il nome del nuovo disco dei Pink Floyd e qualcuno arrivi su Sussurrandom per caso cercando altro e vi rimanga. E’ la logica della rete baby…

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