Meritatamente, che in Champions League non si possono giocare due tempi da squadra paesana – provincialotta, la Juventus esce dunque dalla scena Europea, scenario questo proprio non ideale alla Vecchia Signora. Ma per come sono andate le cose nel match di ritorno a Monaco, ecco uscire in questo modo, regalando la qualificazione nei minuti finali del match ai forti, ma non imbattibili tedeschi, ecco non va.
E nella fattispecie, (stavolta) mister Max Allegri, tornato Malinconia … ha toppato brutalmente i cambi: al posto Khedira (bisognava ritardarne il cambio posticipandolo) sarebbe stato meglio togliere Evra, abbassando Alex Sandro e inserendo Asamoah (o l’enigma Rugani), in sostituzione di Morata (perché poi toglierlo?) avrebbe meritato una chance Zaza. E’ comunque vero che parlare col senno di poi serve a poco e alimenta solo baldoria, ma la Juventus contro questo Bayern Monaco dello sciamano Guardiola poteva e doveva fare di più.
Ma in realtà, i veri errori della Vecchia Signora arrivano forse da lontano e sono nella fattispecie i seguenti: a Siviglia, prima di Natale, non si doveva perdere… confidando così in un sorteggio più malleabile; la preparazione fisica coordinata dall’allenatore, quindi da Allegri, considerando i troppi infortuni muscolari, la partenza (inizio campionato) al rallentatore e il fiato corto attuale (se vuoi trionfare in Coppa a marzo devi volare o correre con la testa accesa) quest’anno è da bocciare; la società dal canto suo, (Nedved dovrebbe invigilare maggiormente sulla squadra) invece di piazzare in lista Champions il quasi svincolato Caceres (poi infortunatosi) doveva mettere il (più funzionale e utile) centrocampista Lemina.
Ergo dinanzi a questi dati, sottolineando come, nel periodo post Calciopoli il peso specifico internazionale (troppe decisioni arbitrali dubbie) juventino si sia indebolito considerevolmente, la Juve esce meritatamente dalla Coppa con le Orecchie. E Massimiliano Allegri detto Malinconia, invece di pensare ad eventuali altre panchine mondiali farebbe meglio ad alzare la guardia in casa (sua) bianconera.
Stefano Mauri