Esattamente una settimana fa abbiamo lanciato una provocazione, che troppo provocazione in fondo non è. Si potrebbe salvare lo stabilimento di Casale Cremasco della Danone facendo si che le stesse maestranze lo rilevino. Operazione folle? Intanto che attendiamo qualche reazlione aggiungiamo dei dati. Intanto, fonte Wikipedia, l’impatto della Danone in Italia:
Nel corso degli anni ottanta e novanta BSN ha acquisito numerosi marchi famosi dell’industria alimentare italiana, a seguito di un’alleanza con la famiglia Agnelli. Tra il 1992 ed il 1995 Danone è stato anche lo sponsor principale della Juventus. L’operazione più importante di questi anni è stata l’acquisizione nel 1989 della Galbani, ceduta nel 2003 ad un fondo di investimento, e di Italaquae, ceduta nel 2004 alla Lgr Holding delle famiglie Pontecorvo e Ricciardi, così come sono stati progressivamente ceduti tutti gli altri marchi, oltre che le quote detenute in Birra Peroni, Agnesi e Star. Dal 2007 il Gruppo Danone è presente in Italia con le divisioni Prodotti Lattieri Freschi (Danone S.p.A.), Nutrizione Infantile (Mellin S.p.A.) e Nutrizione Clinica (Nutricia S.p.A.). Nel 2010 Danone S.p.A. ha dichiarato un fatturato di quasi 500 milioni di Euro, con un organico di circa 320 dipendenti. L’azienda è presente con una sede a Milano e uno stabilimento a Casale Cremasco Vidolasco.
Quindi la Danone in Italia è quasi solo lo stabilimento di Casale Cremasco. Può avere un futuro? Secondo noi si. Ecco i dati di fatturato del nostro paese: