Declino sostanziale ed esistenziale (che il progresso spesso ci frega, ma non ci veste tutti uguali), nel caso del Granducato del Tortello, laddove i soliti noti ridono e gli altri rosicano, beh vanno decisamente a braccetto anche se, quanti sostengono (come il buon Alessandro Pironti che sta studiando, e fa bene, il suo futuro sbarco in politica) che per smuovere le acque, più che parlare bisogna agire, beh non hanno tutti i torti.

Ciò detto se andare a Milano rimane un’impresa, se l’ospedale sta perdendo la sua autonomia, se il tribunale l’hanno chiuso, se in passato chi comandava ha detto troppi no e se altri servizi sono a rischio, la colpa non è di chi parla o pensa negativo, ma dei vari attori protagonisti che a turno, nel passato remoto e recente, per noi e per altri hanno deciso.

Probabilmente quando chi secoli fa, per la cronaca la stessa persona che è tra i padri nobili fondatori del Partito Democratico, decise di chiudere l’Olivetti (sacrificando impresa e tecnologia italiana al demone della finanza esasperata), allora trainante Eccellenza Cremasca d’Esportazione, politici, poteri forti (con questi in Italia prima o poi i conti bisogna farli) e associazioni, anziché restare ancorati a Cremona, dovevano iniziare a guardare altrove, verso Lodi o meglio ancora verso Treviglio iniziando così per tempo a disegnare un’area vasta che, a quei tempi avrebbe potuto fare la differenza sul Serio e caratterizzare, in positivo, gli anni futuri.

Ora però è vietato abbassare la guardia, all’orizzonte infatti si intravede un’altra area vasta, un movimento questo che è meglio inizi a parlare il dialetto della Bassa Bergamasca poiché Cremona ormai, grazie ad un certo Cavalier Arvedi e al politico lungimirante Pizzetti va per i fatti suoi. Ergo affidiamoci alla Bellezza e alla voglia di fare e avventuriamoci nel futuro.

Stefano Mauri

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