Credo che la polemica sulla tassa Dunas (non parlo ovviamente della legittima iniziativa dei sindaci che hanno impugnato la delibera al TAR) si stia sviluppando con un vizio di fondo, che è quello del solito pregiudizio di pensare sempre male del prossimo. Le premesse di tale tassazione, il cui calcolo è abbastanza complicato, risalgono alla L.R. 31 del 2008 tesa alla salvaguardia della agricoltura lombarda e che conseguentemente si occupava anche dei corsi d’acqua. Il successivo passo è stato quello di legittimare la creazione di Consorzi di bonifica, tra cui il Dunas. Ora, se è vero che gran parte dei corsi d’acqua che interessano Crema sono di competenza e responsabilità del consorzio Dunas (che gestisce anche più ampi territori) per avere in tal modo un unico interlocutore, perché mai bisogna pensar male nel sospettare che si sia voluto creare un altro carrozzone dal costo annuo di oltre 3 milioni e 200 mila euro, frutto magari di qualche lottizzazione spartitoria?
Se proprio sulla base dell’art. 90 della L.R. 31/2008, a seguito della pubblicazione del Piano di classificazione degli immobili dell’agosto 2016 sono state presentate al Dunas entro il successivo prescritto mese di settembre, delle osservazioni, tra cui quelle di alcuni Comuni del cremasco, che sono state raccolte, analizzate e discusse ed hanno comportato modifiche al suddetto Piano con il ricalcolo dei relativi indici, perché bisogna pensar male nell’ipotizzare che la mancanza di osservazioni da parte del Comune di Crema piuttosto che una responsabile acquiescenza alle valutazioni del Consorzio sia stata magari una semplice dimenticanza (eravamo in periodo feriale)?
E se una osservazione – accolta – ha consentito a Cremona di vedere parzialmente stralciato il proprio territorio in quanto non erano state effettuata le prescritte due assemblee pubbliche informative, perché bisogna pensar male nel supporre che, come ha recentemente precisato il sindaco di Crema, per i cremaschi soggetti alla tassazione si tratterebbe di un contributo annuo di poco a superiore ai 12 euro, contributo peraltro deducibile come ha puntigliosamente precisato lo stesso sindaco, e quindi non degno di essere ampiamente divulgato?
E se nella seduta del 29/2/2017 il presidente del Consorzio, dott. Italo Soldi, sottopone al consiglio – che approva – “l’ipotesi di rinvio della contribuenza di bonifico da valutare alla luce delle elezioni comunali di Crema…”, perché si deve pensar male nel fantasticare di eventuali “cortesie” e non apprezzare il fatto che forse i responsabili dell’ufficio Dunas della sede di Crema, di propria iniziativa e senza dir niente a nessun, sia pur con sofferenza ma con alto senso civico abbiano suggerito al presidente il rinvio?
Ed ancora, perché pensar male della mancata adesione del Comune di Crema al ricorso al TAR avanzato da 38 comuni del cremasco e non riconoscere invece che una corretta politica di risparmio ha evitato al Comune di Crema la notevole spesa di forse 2/3 mila euro, considerato che i costi venivano ripartiti tra tutti i ricorrenti e quindi un numero maggiore avrebbe determinato una riduzione degli esborsi? Ed infine perché ritenere scomposte e forse isteriche le reazioni e non invece un lucido e corretto argomentare? Già, ma perché pensar male? Forse perché è sempre valido il principio andreottiano per cui “a pensar male si fa peccato ma spesso si indovina”.
Mimma Aiello Candidata Sindaco Cambiare si può!