Quindi la finalissima di Coppa Campioni, in cartello sabato 28 maggio a Milano, ancora una volta dopo il 2014, sarà il derby tra Real Madrid e Atletico Madrid. Gruppo sublime con tanti fantasisti il Real allenato da Zidane, squadra tosta e mai doma quella di Simeone: vinca il migliore, con la nota romantica che, qualora si imponessero i biancorossi del Cholo, beh per Simeone, ex calciatore dell’Inter (e chissà, prima o poi magari il team nerazzurro lo allenerà, ndr), quello di San Siro, il suo tempio per anni, ecco sarebbe dunque un graditissimo ritorno.
E’ una cosa semplice il football, una materia semplicissima resa difficile dagli esteti e dai venditori di fumo. E l’Atletico di Diego Simeone con quel correre dietro al pallone facendo così pressing selvaggio, romantico, essenziale e istintivo simile, per non dire uguale a quello che fanno i bimbi, liberi da schemi opprimenti, quando in spiaggia o su un prato inseguono (meraviglioso istinto fanciullesco) la pelota, ecco è forse la corazzata che meglio interpreta l’essenza pura, vera e facile del calcio. Il Real dell’apprendista coach manager Zidane? Una bella donna un poco lunatica, sveglia, capricciosa e isterica: portata ai colpi audaci, propensa però, nel DNA a … inciampi clamorosi. Ergo il Real è favorito, ma democristianamente parlando, l’Atletico (sornione stavolta può farcela) ha le carte in regola per ingabbiare, mordere e fregare (calcisticamente parlando) la stupenda, a tratti addirittura finta, compagnia bianca madrilena.
Una curiosità? Il direttore sportivo dell’Atletico è il bresciano e italianissimo Andrea Berta da Orzinuovi, addetto ai lavori capace e corteggiato da parecchi club europei e italici.
Stefano Mauri