Forse c’è posto anche per l’informazione sulla vita musicale della città? Vorrei segnalare uno degli eventi più prestigiosi per la città di Crema: la Rassegna Pianistica Mario Ghislandi in programma da domenica 22 settembre, per tre domeniche consecutive con pianisti di livello a cominciare da Gabriele Duranti, vincitore del primo premio a due concorsi importanti, che aprirà la serie degli incontri con un programma interessante e impegnativo: D.Scarlatti, due Sonate, Beethoven Sonata N.2 op.2 e Variazioni in Do min.; Schumann, Arabesque op.18; Rachmaninov, dua Preludi op 23. Auditorium Manenti, ore 21, ingresso a offerta libera.
Per l’apertura della Rassegna Ghislandi sarà presentato il seguente programma: D. Scarlatti, dalle 16 Sonate, la n.7 in Re min. e la n.8 in Sol. La bellezza cristallina delle sonate di Scarlatti (1685 – 1757) é ben nota: sono pagine di preziosa fattura, di squisita vibrante frschezza, che rappresentano l’espressione più alta della sua vena creativa. L. van Beethoven (1770 – 1827), Variazioni in Do min. , di grandiosa concezione, furono un tempo famosissime, ma di recente non hanno più fatto parte dei programmi dei grandi pianisti. Ben venga dunque la riproposta di Gabriele Duranti, perchè questa opera di Beethoven offre vari motivi di interesse sia storico che critico, oltre ad essere esteticamente perfetta. Un aneddoto racconta che l’autore, sentendole suonare in un salotto, non le abbia riconosciute come sue: non dava, evidentemente, all’opera la considerazione che, secondo i posteri, le spettava.
Uno dei vertici della letteratura pianistica. R. Schumann (1810 – 1856) Arabesque op. 18. Composizione di carattere lirico e amabile grazia. Ha la forma di rondò. Nonostante la brevità é tutt’altro che un lavoro minore, vista la genialità del disegno pianistico. Di presa immediata e molto godibile. S. Rachmaninov (1873 – 1943) due Preludi op 23, n.4 e n. 5. Ci soffermiamo sul n. 5: completato nel 1901 ed eseguito la prima volta dall’autore a Mosca nel 1903. E’ incluso in una raccolta di dieci pezzi. Ha una struttura tripartita; il primo tempo è costituito da una marcia di vigorosa intensità ritmica; la parte centrale presenta una melodia venata di malinconia, quindi riappare il tempo di marcia iniziale.
Il brano si concude con un pianissimo impercettibile. Dietro l’apparente “semplicità” si cela una grande nostalgia che contraddistingue l’intera opera del compositore russo, soprattutto la parte riservata al pianoforte. L. van Beethoven, Sonata n.2 op.2, dedicata a Haydn. Opera di non facile impatto, ma quando la si scopre, la si ama. Pianista dalle grandi risorse, il tredicenne Duranti ci consegnerà, al solito, esecuzioni impeccabili, di profonda immediatezza, regalandoci i brani in programma illuminati da partecipe, vibrante emozione. Che si può volere di più?
Eva Mai