Allora, la notizia, di cronaca nera, (ahinoi), dell’ultima ora è la seguente, dal quotidiano locale La Provincia: “Tre punti di sutura sotto l’occhio sinistro, un dente scheggiato e sette giorni di prognosi. È questo il risultato di una rissa che si è accesa domenica mattina sul rettangolo di gioco del campo sportivo comunale. Di fronte c’erano due squadre giovanili, che partecipano al campionato Allievi Under 17 della Figc: l’Oratorio Chieve e il San Carlo”. Una ventina di giorni fa, in quel di Bagnolo Cremasco, fu la volta degli insulti sessisti rivolti a una giovane ragazza arbitro. Senza dimenticare quanto devono sentire e subire gli arbitri maschi, periodicamente. Tempo fa, in ua paese del cremasco scoppio’ addirittura una rissa tra nonni, fuori dal campo. E nel rettangolo verde? Dai pulcini in su, salvo poche e rare eccezioni, non si bada al quadro, ma alla cornice, vale a dire, i bambini, poco preparati (mancano tecnici, educatori e formatori degni di tale nome), più che al gesto, alla voglia d giocare, badano a come esultare dopo un gol, una rete magari arrivata casualmente, su un campetto spelacchiato, fangoso, (mentre i compagni anziché seguire il match, giocano per i fatti loro dietro la porta), inospitale poiché gridiamolo: la carenza di strutture e capacità, ecco è un problemone che ci si trascina da anni. E che oggi è insopportabile. Negli spogliatoi? Se passiamo dai bimbi ai giovanissimi, al termine delle gare è tutto un vociare senza senso; e origliando, qua e là, fuori dagli spogliatoi (vecchi, freddi, improponibili) prevalgono (brutta piega questa praticata anche in altri sport) le critiche all’arbitraggio, all’allenatore (termine inflazionato e abusato). Insomma… c’è troppa bruttezza (e l’ignoranza dilaga) intorno allo sport più popolare d’Italia, con la tattica esasperante o presunta tale, (ahinoi spiegata da improponibili attori in cerca di parti, comunque non loro) che prevale sulla tecnica, sul desiderio del giuoco. Cosa bisognerebbe fare subito? Mah, provocando … magari fermarsi un attimo, guardarsi dentro, coinvolgere le eccezioni (poche, ma buone, qualcosa c’è) positive, le istituzioni, gli ex calciatori che meritano ascolto e ripartire, insieme, da meno di Zero.
stefano mauri