Il ddl Cirinnà bis è alla porte. Tale decreto, già ddl 14 depositato nel 2013, in questi giorni all’ennesima riscrittura e senza aver ottenuto minimamente neanche un passaggio in commissione approderà il 26 gennaio 2016 al Senato. Nonostante il clima sembri quindi poco democratico e altamente incostituzionale nell’affrontare la questione crediamo sia giunto il momento di entrare con forza nel dibattito per cercare di contribuire a lottare per fermare la deriva antropologica cui ahimè assistiamo ogni giorno di più . Se a qualcuno risulteremo impopolari,si sappia che corriamo volentieri il rischio di non piacere, perché qui non si “discute” delle squadre di calcio o del gusto del gelato, ma di questioni fondamentali,vitali.

In gioco c’è il destino dell’uomo. Ribadiamo con forza e convinzione che per noi il matrimonio (l’etimologia non sbaglia) è l’unione tra un uomo e una donna e aperta alla vita. Non a caso i figli necessitano di un rapporto di questo genere per la propria crescita e soprattutto di mamma e papà dai quali venire al mondo (sembra una banalità ma oggi siamo portati a non dare nulla per scontato). Una situazione che nasce da un’esigenza reale della persona umana, che precede cultura e politica.

Questo è stato per millenni. Dal matrimonio derivano diritti e doveri. E così si arriva a “smascherare” una certa pretesa: la battaglia per il “matrimonio omosessuale” non è una battaglia per la conquista di un nome, è la battaglia per i diritti che ne conseguono, primo fra tutti il diritto a formare una “famiglia alternativa” e parallela a quella tradizionale. Se il matrimonio viene percepito come solo un timbro pubblico sul proprio amore e lo Stato dovesse riconoscere il “Love is Love”, disconoscendo quanto detto sopra e rompendo così il principio sacro per millenni che il matrimonio c’è solo quando un uomo e una donna si uniscono, si correrebbe il rischio di produrre pericolose derive che snaturerebbero ancor di più la realtà. Se due uomini o due donne possono “sposarsi”, e la loro unione equivale al matrimonio tra un uomo e una donna, ne deriva il pieno diritto a “formarsi una famiglia”.

Non solo: potranno adottare, come ricorda il ddl Cirinnà, avranno anche il diritto a forzare la natura per ottenere un figlio: la maternità surrogata sarà tutelata ecc.ecc.ecc. Qualora fossero rese uguali le unioni tra persone dello stesso e il matrimonio, l’impatto di tale scelta su quel poco di certo che resiste, nel nostro mondo sempre più confuso e instabile, sarebbe oltremodo negativo.

I fatti concreti, perché reali come il sole che sorge, l’aria che respiriamo, il verde delle foglie, ci dicono che il “matrimonio” tra persone dello stesso sesso non è un’emergenza, e nemmeno una necessita. Semplicemente, è un’arma al servizio della deriva antropologica. Siamo favorevoli a una disciplina delle convivenze, anche omosessuali, che riconosca i diritti individuali fondamentali ( e ci mancherebbe altro ! ) ma ci schieriamo convintantemente e fermamente a fianco della Chiesa Italiana che negli ultimi giorni ha più volte e con forza preso posizione ribadendo che ci sono punti fermi antropologici e sociali , ancora prima che legali , sui quali ogni manipolazione può rivelarsi avventurosa e affrettata e che ogni confusione o tentativo di annacquamento della realtà della famiglia tradizionale, cosi’ come la Costituzione la presenta, può rivelarsi una male per la società tutta: la famiglia naturale è un bene della società, non solo della Chiesa e la società , quando è seria , i suoi beni li deve custodire con cura !

Michele Fusari ( presidente MCL del territorio )

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