I Gemelli, film hollywoodiano degli anni ’80, potrebbe essere un po’ la metafora delle trame che stanno legando la città del tortello con la gemellata cinese di Nanning. Dopo quasi un paio d’anni di contatti, a un anno dal gemellaggio durante la cui cerimonia abbiamo ricevuto la delagazione cinese, adesso è venuto il momento della delegazione cremasca in missione, non solo per ricambiare la visita, come cortesia impone, ma per valutare con una diretta conoscenza sul luogo, tutte le possibili azioni di scambio culturale e economico tra le due realtà.
Quindi una visita importante, una vera e propria “trasferta di lavoro” per cominciare a valutare su quali basi indirizzare la futura cooperazione. Oh, si fa presto a dire facciamo il gemellaggio, ma poi bisogna dargli dei contenuti, qui non parliamo di un centro francese raggiungibile per una gita nel weekend, pullman granturismo e pranzo al sacco. Qui parliamo di più di 16 ore di volo, per sbarcare in un mondo diverso, molto diverso dalla cara vecchia Europa. E quindi chi ci mandiamo? immaginiamo le lunghe riunioni per scegliere i personaggi migliori, che oltre ad essere rappresentativi dei valori cremaschi, siano anche persone in grado di capire, di valutare cosa si trovano davanti, per poi ipotizzare, valutare e pianificare le strategie future.
Dopo settimane a vagliare profili illustri, ecco la fumata bianca: ad accompagnare la dolcissima Morena Saltini, ovviamente designata per ruolo istituzionale, ci mettiamo un bell’imprenditore maturo, di cui non è ben nota l’esperienza internazionale, ma quanto ad occupazione di poltrone è secondo a pochi, dalla BCC del suo paesello alla BCC cremasca, dalla Camera di Commercio alla Libera Artigiani, a Reindustria… ecco, mandiamoci anche una ragazza di Reindustria (ma non c’era già il Presidente?), che qualcosa a Reindustria (anzi, REI per la precisione) dovremo pur far fare. Poi oh, guarda, c’è un architetto di Crema che pare lavori già anche in Cina, portiamocelo che almeno lui ne capirà qualcosa. Magari riusciamo a prendere qualche appalto per i nostri muratori, fermi da anni per la crisi dell’edilizia, poi li mettiamo sul Transit alla mattina presto e vanno a fare il cantiere in trasferta.
Non è chiaro quanti dei partecipanti parlassero almeno inglese o se abbiamo pagato anche un interprete ad accompagnarli, ma questo sarebbe il meno, quello che davvero non è chiaro è chi, tra questi, dovrebbe avere la capacità, la brillantezza, l’esperienza (culturale e imprenditoriale) e la lungimiranza per poter capire la complessità di una città di più di due milioni di abitanti, immersa in un Paese che negli ultimi vent’anni è esploso con crescita quasi sempre a doppia cifra.
Ma ‘tanto si sa, poi basta buttarla sull’agroalimentare e sulla cosmesi (di possibilità per l’edilizia, in conferenza stampa non se n’è parlato, spegnete il Transit), i cinesi lasceranno da parte gli involtini primavera e come antipasto adotteranno il Salva con le tighe, mentre da noi inviteremo cosmetologi cinesi, per la gioia degli imprenditori cremaschi del settore cosmetico, che infatti si sono precipitati ad andarci (…), perché loro sanno bene e a loro spese che da quelle parti “produzione” fa sempre rima con “contraffazione”. Intendiamoci, guardare alla Cina è ormai un obbligo, aprirsi a quel mercato è una mossa che è saggio anticipare, piuttosto che poi dover subire sempre più, ma da come si sono avviate le cose, sembriamo davanti alla partenza dell’ennesimo mestel clemasc.
Tranquillo Tarantasio