Ciclista appassionato, o meglio, Biker dell’Estremo nel senso che a bordo della sua Mountain Bike partecipa, per diletto nella cosiddetta, agguerrita sezione amatoriale  a massacranti maratone, con Giorgio Mezzadra abbiamo scambiato due chiacchiere.

Quanti giorni ti alleni la settimana?

Sei giorni su sette perché di solito la domenica gareggio. Mi segue il preparatore Simone Casonato.

Ma a Crema non ci sono salite e discese tipiche dei percorsi che caratterizzano le tue maratone ciclistiche rigorosamente in mountain bike?

In effetti la campagna cremasca mi serve per svolgere il lavoro in pianura. Per quanto riguarda l’allenamento in altura scappo spesso e periodicamente, almeno una volta alla settimana, sui colli che circondano il lago d’Iseo.

Da quanto gareggi in Mountain Bike?

Da circa 6 anni allorquando iniziai frequentando la squadra di Francesconi. Adesso corro con la società Barbieri di Valeggio sul Mincio.

Il tuo idolo?

L’immenso Marco Pantani.

Stanno venendo alla luce aspetti agghiaccianti sulla sua tragica fine nell’inverno 2004.

La verità deve venire alla luce, per me l’hanno fregato alla grande il grandissimo Pantani.

Danilo De Luca, ex ciclista squalificato a vita per doping sostiene che tutti quelli che vanno in bici per sport si dopano.

Allora il doping è una piaga da debellare e non bisogna nascondere la testa sotto la sabbia. Ciò detto esiste un ciclismo pulito ed è questo che va difeso, sostenuto e seguito. Non so a cosa si riferisce De Luca quando scrive e parla, probabilmente vuole dire qualcosa a qualcuno.

Pure nella tua disciplina quindi c’è chi bara dopandosi?

Anche tra i dilettanti e tra gli amatori c’è chi rischia la sua salute e, credendosi furbo, ruba dopandosi. Per quanto mi riguarda il mio doping è solo ed esclusivamente lavoro duro in allenamento, impegno appassionato in gara e cura nell’alimentazione.

Stefano Mauri

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