Uno studio della Cgil di Mantova fornisce una quadro sullo stato dell’arte degli effetti della Legge regionale di Riforma sanitaria. La stampa in riva al Mincio da la notizi, definisce tale studio un corposo dossier e riporta alcuni dati. Tanto di cappello alla Cgil mantovana per l’ impegno profuso e per il contributo fornito  su un tema di importanza vitale e, trattandosi di sanità,  non esiste aggettivo migliore per definirlo.  Tema, vitale, dunque, ma con scarso appeal mediatico, per la complessità della problematiche coinvolte, legate ai tanti aspetti della sanità e alle varie fasi della vita di un individuo.  Nel mare magnum  della sanità pubblica ci sono gli acuti, i cronici, e dimissioni post-ospedaliere e molto altro ancora. Per sintetizzare, la sanità pubblica si occupa del cittadino in tutte le sue fasi di vita, e la legge citata, entrata in vigore nell’agosto dello scorso anno,  affida questo compito ad un unico soggetto: le Asst (Azienda Socio Sanitaria Territoriale). Esse debbono garantire al cittadino l’offerta sanitaria e sociosanitaria da parte della Regione e l’integrazione con quella sociale di competenza delle autonomie locali. Le Asst ‘dipendono’ dal’Ats (Agenzia tutela della salute)

L’Asst di Mantova è inclusa nella Ats Valpadana che comprende anche le Asst di Crema e Cremona.

E qui sta il punto e anche l’errore dell’encomiabile lavoro della Cgil. Un errore legato all’analisi dei dati e penalizzante per Crema. Attenzione la Cgil  non afferma falsità, ma imposta l’analisi in maniera errata. Ci spieghiamo.

Quando la Cgil dice che la provincia di Cremona ha 361 mila abitanti e Mantova 413 mila è più che corretta, è correttissima. E’ altrettanto corretta quando riporta altri dati globali relativi alla popolazione anziana delle due province. Commette un errore quando paragona i posti letto della provincia di Cremona e a quelli della provincia di Mantova senza considerare che la provincia di Mantova ha un’unica Asst e quella di Cremona due. Quindi il confronto corretto dovrebbe essere fatto con i dati disaggregati delle due Asst di Cremona.  Perché questo? Perché con il confronto globale tra le due province Mantova risulta penalizzata e quindi è autorizzata a sollecitare più posti letto, ma se il confronto è disaggregato come dovrebbe essere fatto per essere scientificamente valido risulta chiaramente che l’Asst di Crema è quella maggiormente penalizzata rispetto ai parametri di riferimento nazionali e Mantova non può rivendicare posti letto a discapito dell’intera provincia di Cremona, ma rispetto all’Asst di Cremona. Chiaro?

Se è vero che contano i numeri  ecco alcune cifre riferite all’Asst di Crema che  copre un territorio con 163.218 abitanti, pari a circa il 45% della popolazione della provincia di Cremona.

Posti letto  in ospedale secondo lo standard nazionale: Crema è sotto di 70 posti letto. Togliere posti letto a Crema corrisponderebbe ad un salasso su un anemico.

Posti letto in in RSA: secondo gli standard regionali Crema  meno 168, Cremona più 1535, Mantova  più  665. E’ evidente che l’Asst di Cremona ne ha più di quella Mantova, ma quella di Crema ne meno di entrambe. Comunque Le Asst di Cremona e Mantova sono superiori agli standard regionali. Crema sotto.

Psichiatria:Crema 4.454.000,00 euro, Cremona 9.005.000,00, Mantova 11.464.000,00. Se si considera la popolazione servita dall’Asst di Crema con quella di Cremona è evidente la penalizzazione di Crema. E’ pure evidente che Crema più Cremona incassano più di Mantova. Ma questo è l’errore di non disaggregare i dati di Cremona.

Come si vede, abbiamo citato solo 3 esempi, ma anche tutti gli altri settori/servizi sono simili.

Senza nulla togliere alla rilevazione/fotografia  della realtà attuale prodotto dalla Cgil Mantova, che merita un encomio,  sarebbe stato metodologicamente più corretto per quanto concerne la comparazione impostare il lavoro considerando le tre AssT presenti sul territorio e non la semplificazione Cremona-Mantova.

Abbiamo precisato questo per evitare possibili rivendicazioni di Mantova nei confronti Cremona con il coinvolgimento di Crema e per sottolineare  la non rosea situazione dell’Asst di Crema. Chiediamo un confronto franco e costruttivo non solo per una migliore distribuzione delle risorse, ma anche per un migliore utilizzo delle stesse nell’intero territorio dell’Ats Valpadana. Confronto che  potrebbe trovare spazio  durante l’ assemblea dei sindaci dell’Ats Valpadana convocata  per il 24 ottobre a Casalmaggiore.

Aldo Casorati sindaco di Casaletto Ceredano

Antonio Grassi sindaco di Casale Cremasco Vidolasco

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