Scrivevano tempo fa sul quotidiano La Repubblica che …”Un tempo finiva nei cassettoni come profuma-biancheria e veniva utilizzato per preparare delle marmellate gustosissime. Poi il cotogno, un po’ mela e un po’ pera a seconda della forma del frutto, è stato dimenticato. E la sua riscoperta è partita da Codogno e da La Cotogna, la birra artigianale preparata con le mele cotogne dell’Istituto agrario cittadino, grazie a un’idea dell’ex dirigente di banca Giuseppe Traversoni, un visionario, innamoratissimo della sua città, nonché storico, ricercatore, gourmet, Wine, Beer and Food Lover che ha deciso di nobilitare il nome di Codogno e del suo frutto simbolo estraendone un prodotto unico. Del resto si narra che la mela che Eva diede ad Adamo fosse una cotogna, perché nell’agiografia è sempre gialla. E poi il nome Codogno deriverebbe dal comandante dei legionari Marco Aurelio Cotta, che nel 210 avanti Cristo, quando i Romani risalirono la Penisola per fermare i barbari, arrivò in un villaggio dove crescevano degli alberi con questo frutto che non aveva mai visto. Tra storia e leggenda, il mito fondativo di Codogno è quindi legato al cotogno. Ma da qui a farne una birra, come sua ambasciatrice gourmet, non è stato facile. Prima di tutto Traversoni ha dovuto trovare un birraio all’altezza dell’impresa. Ed è arrivato sulle vicinissime colline piacentine, precisamente al birrificio artigianale Vallescura di Piozzano, una piccola oasi dove scorre una fonte d’acqua pura e il titolare Daniele Lanfranconi coltiva l’orzo. Traversoni inoltre ha pensato di usare le confetture di mele cotogne realizzate dall’Officina dei Talenti, una cooperativa sociale di Codogno che dà lavoro a ragazzi autistici ed utilizza i frutti dell’istituto Tosi. E così la bionda a tiratura limitata, La Cotogna. Ah… male non sarebbe creare una rete d’impresa tra l’Itas Tosi, che vanta un cotogneto di moltissime varietà parietali, e un’azienda del territorio che opera nella fitocosmesi, per creare pure creme e saponi per bambini. E dopo la birra cotogna è nato il sidro Cothoneum, realizzato sempre con le mele cotogne dell’istituto agrario Itas Tosi”. Sognatore, visionario appassionato e studioso di cibi, vini e liquori, dopo aver inventato la birra e il sidro di Codogno, scudiero Slow Food, Giuseppe Traversoni ha un altro sogno nel cassetto, vale a dire quello di creare un presidio Slow tanto lodigiano, e un po’ cremasco. Riuscirà nell’impresa? Mi raccomando, se vi interessano birre e sidro laudensi, sulla pagina Facebook di Traversoni, interagite direttamente con lui. 

stefano mauri

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