Che senso, o meglio, funzionalità ha la stazione (che non c’è) di Crema con treni sporchi, vecchi, inquinati, inquinanti, rotti, in costante ritardo (quando e se arrivano) e spesso maleodoranti? Sì che ancora una volta, il disservizio ferroviario sulla linea da far west Cremona – Milano, via Crema – Treviglio, fa notizia e … non c’è niente da ridere.
Ergo, i pendolari delle rotaia cremaschi, autentici eroi post moderni (pagano regolarmente per un servizio che non c’è) di un contesto che li scosta, li ignora e non li considera, indubbiamente meriterebbero (chissà potrebbe essere un’idea per il 2017 da girare alla splendida Rosa Massari Parati, direttrice del settimanale InPrimapagina e madrina dell’omonimo premio, ndr) il riconoscimento di “Cremaschi dell’anno Honoris Causa” per spirito di sacrificio, pazienza, dedizione alla causa, fiducia e quant’altro. No?
Ora da una parte, giustamente, si parla di riqualificare l’area (costi faraonici per l’intera “mission”) della stazione: che il sottopasso auto – ciclo – pedonale, sul viale di Santa Maria della Croce, insieme a una revisione del traffico (a tratti assurdo e caotico all’inverosimile), da quelle parti serve come acqua al deserto. In parallelo comunque, Trenord o chi decide, come minimo dovrebbe pensare subito a un piano industriale pragmatico – operativo, teso a migliorare le condizioni di vita dei mitici, fantastici, leggendari, stupendi pendolari autoctoni … da domani.
Il piano, annunciato da tempo non arriva e mai, alla faccia dei proclami, arriverà? Beh allora sarebbe, decisamente il caso di rivedere, sparlandone sul serio, il senso di mantenere in vita una tratta ferroviaria che, all’alba del 2017, così come è messa non ha più senso di esistere: che basterebbe eliminarla by passandola con un servizio pullman verso Treviglio, Lodi e Cremona pulito, periodico, capillare e funzionale. No?
Stefano Mauri