Allora, chiamiamolo come vogliamo e volete, ma il dato oggettivo è che il salame (o soppressa, piuttosto che muletta, vescica o Golfetta) di Sabaudia (quindi Circeo laziale) griffato dall’agricoltore poeta Gianfranco Zordan (attenzione: tutti i suoi prodotti non sono in vendita, semplicemente li fa assaggiare, in quanto autoprodotti artigianalmente per il proprio consumo, a … quanti amano la vita come lui), beh semplicemente è una poesia buonissima che incanta, senza stancare il palato. E pure la coppa, senza dimenticare le olive, il vino (un Moscato di Terracina superlativo), i peperoncini, i fichi, le prugne e i formaggi del mitico Gianfranco (nella fotografia è ritratto con Guerino e Silvano Usini), ecco, letteralmente sono… pura magia che accende il cuore, riempie l’anima e … sa emozionare. Chapeau!
Ciò detto: i salumi nostrani sono e restano ottimi, ma quelli di Gianfranco da Sabaudia non hanno nulla da invidiare, Degustare per credere!
Stefano Mauri