Il 6 ottobre a Milano, al Teatro Spazio Tertulliano, Omaggio a Cechov con la regia di Valerio Germani

Il 6 ottobre a Milano, al Teatro Spazio Tertulliano, Omaggio a Cechov con la regia di Valerio Germani

La rilettura registica propone un’originale versione di tre atti unici di Anton Cechov in occasione dei 120 anni dalla morte dell’autore. La versione di Valerio Germani è in primo luogo un’elaborazione drammaturgica, in quanto due dei tre atti sono collegati come fossero un’unica storia, la cui protagonista femminile funge da trait d’union. L’intenzione registica, inoltre, esalta l’aspetto poetico e il lato comico mediante la caratterizzazione irriverente e romantica del maggiordomo Luka.

La rappresentazione teatrale è introdotta dal monologo intitolato “I danni del tabacco”, che tra ilarità e poesia fa da prologo agli atti unici “La domanda di matrimonio” e “L’Orso”. Questi sono collegati come fossero un’unica storia. Il personaggio femminile, Natalja, funge da principale elemento di legame tra i due atti. Si evidenzia la contrapposizione fra Natalja, morigerata e pignola, e suo padre, Kubokov, gaudente e libertino. La trama narra di un giovane proprietario terriero, vicino di casa di Natalja, che nella versione di Germani prende il nome di Nikolaj, che decide di fare la domanda di matrimonio a Natalja. Purtroppo, il carattere scontroso e irascibile di Natalja impedirà a Nikolaj di pronunciare la domanda. Natalja lo contraddice in continuazione su qualsiasi argomento, così che, Nikolaj, sopraffatto dall’atteggiamento bellicoso della ragazza e dalla follia gaudente del padre, viene malamente cacciato, ma subito richiamato. Infine, totalmente sconvolto, il povero Nikolaj sposerà quasi inconsapevolmente la giovane Natalja.

La voce fuori campo dell’attore e doppiatore Riccardo Peroni, accompagnerà il pubblico tra le piccole follie quotidiane dei protagonisti. Follie grottesche, eppur così realistiche, che nella visione di Germani non possono che contenere un profondo significato poetico.

La voce fuori campo, rappresenta Cechov, che in occasione della sua commemorazione intende guardare da lassù cosa combinano gli attori di oggi con le sue opere teatrali. L’interpretazione dell’attore Riccardo Peroni rende questa voce un atto di pura poesia.

Senza soluzione di continuità si apre il secondo atto, ambientato otto anni dopo le nozze fra Natalja e Nikolaj. Quest’ultimo è ormai morto e Natalja ha deciso di portare il lutto. Natalja dal decesso del suo povero Nikolaj non esce più di casa e non vede più nessuno. All’improvviso in casa di Natalja si palesa uno sconosciuto, il tenente Smirnov, che vuole il saldo di un debito contratto da Nikolaj e non ancora estinto. Smirnov e Natalja instaurano un acceso confronto, che esprime le idee contrastanti dei due personaggi.

Il finale a sorpresa trasformerà la rabbia in passione e la tristezza in amore. L’irriverente e paradossale rapporto fra Smirnov e Natalja terminerà con una dolcezza totalmente inattesa. Il maggiordomo Luka, che non ha mai accettato e neanche creduto nel lutto della protagonista, manifesterà sul finale tutta la sua gioia, nonché il suo disappunto per quel signore veramente scontroso di Smirnov. A questo punto, la poesia mista a comicità esplode in tutta la sua raffinata teatralità, mediante il monologo finale del maggiordomo che rivela quella leggera poesia del quotidiano, percepibile a fior di pelle, di cui i drammi cechoviani possono rappresentare la massima espressione, ma che dalla voce del maggiordomo si estende ai grandi personaggi del teatro di Cechov e non solo, per omaggiare con vibrante emozione il “teatro” quale arte sublime.

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