Premessa doverosa: la Seconda Guerra Mondiale è finita da un pezzo, ma in Italia il Dopoguerra, o meglio, certo Dopoguerra non è ancora finito. Si perché così come l’antifascismo rimane un valore assoluto da applaudire e il fascismo resta un male da condannare e da non replicare, ecco certe manifestazioni: tanto da una parte, quanto dall’altra, beh nel 2016 quando il mondo corre in una direzione ecco sembrano quantomeno anacronistiche. Ma per carità, la mia è solo una delle (mie) tante riflessioni (o perle) di un pirla. Ciò detto, a margine delle ormai famose esternazioni dell’ex consigliere comunale Camillo Sartori, il tutto espresso, condensato in un intervento sul suo blog dopo la tragica morte del leghista Buonanno, ecco qualche considerazioni su certi blog, o meglio, su certi modi di concepire la politica in modo estremo meritano un approfondimento.

O no? Nota a margine: Sartori è stato sino all’altro ieri in consiglio comunale. Ergo la sua carica presupponeva attenzione a Crema e al Cremasco. Ebbene, come mai nei suoi interventi virtuali non c’è traccia di un intervento sulla stretta attualità autoctona, che so un pensierino su una strada cremasca da sistemare, sul cimitero da pulire o sull’inconsistenza del centrodestra nostrano? Si perché gli scritti di Sartori, così come tanti altri blog della sinistra, della Lega e della destra estrema, generalizzando, semplificando tendono a sparare nel mucchio, condannano certe azioni di polizia, attaccano le multinazionali, sparlano di profughi, inneggiano al razzismo, discorrono di macroeconomia o geografia mondiale.

Temi, alcuni non tutti, comunque interessanti, alti. Già alti, o meglio altissimi da sembrare francamente fuori dal mondo, fuori dagli schemi, lontani dal marciapiede, dalla base, dalle fabbriche, da un’industria cambiata, distante anni luce da quella che esisteva una volta. Lontana e lontani dal paese reale, proprio come certa sinistra che da Fausto Bertinotti in poi, dai mercati, dalla gente si è staccata preferendo, spesso se non volentieri, certi salotti, certi scorci radical chic, certi giri estremi ai circoli, ai bar popolani. Insomma da qualsiasi parte si inquadrino, alcuni blog, determinati sindacati, tanti politici, taluni scioperi viaggiano lenti e volano alto, intanto chi vuole correre ed emergere, nell’indifferenza vola basso.

Stefano Mauri

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