Marino Bracchi, allenatore, o meglio Maestro di football se ne è andato (purtroppo) poco più di un anno fa e la sua silente assenza, beh fa più rumore di tanti discorsi. Interprete di un calcio garbato, innamorato, disincantato, appassionato, fatale, romantico, educato, minimale, formativo, beffardo e soprattutto essenzialmente ludico, il buon Marino, ecco avrebbe allenato anche gratis, proprio lui che forse, (come del resto era accaduto, per fare un esempio, prima ad altri grandi calciofili del calibro di Sir Gianni Crotti e di Rosolo Paiardi detto Boffi, ndr), con questo sistema che ora fondamentalmente è calcioshowbusiness, paradossalmente da spartirci aveva ben poco.
Tra qualche mese, a tutti gli effetti il capoluogo del Granducato del Tortello “interpreterà” il titolo “Crema città europea per lo sport 2016” e sarebbe bello se gli organizzatori (consiglio umile a Stefania Bonaldi: sindaco se può e vuole, non demandi troppo, segua istituzionalmente, coinvolgendo magari Matteo Piloni, Walter Della Frera e Fabio Bergamaschi, i lavori di preparazione all’evento che verrà, ndr) trovassero un momento per celebrare la memoria di persone guascone, intelligenti, acute e innamorate della vita e dello sport come appunto lo sono stati il buon Bracchi e tutti quelli come lui.
Ogni tanto mi imbattevo in Marino Bracchi a Crema in pieno centro storico, oppure su qualche campo di calcio padano o in giro, e … con lui parlavo, o meglio, imparavo di … calcio. E adesso che non c’è più, concedetemi di allargare (chiedo venia per questa personale “ammissione di dolo”, ma consentitemela, ndr) però il discorso a un altro pezzo da novanta del calibro del compianto Sir Gianni Crotti, quindi dicevo oggi che non ci sono più, beh sono incazzato nero perché quando erano in vita, anziché scrivere tanto per non dire nulla, avrei dovuto intervistarli e coinvolgerli con maggior frequenza.
Con Bracchi in particolare mi sento profondamente in difetto poiché mi ero ripromesso di parlare con lui, per me e per voi dell’affaire Pergocrema – Pizzighettone: del resto Marino a queste società aveva dato, condividendolo con la sua famiglia, il cuore. Invece non ho mai trovato il tempo per parlargli, se concesso ho fatto persino peggio, scordandomi, sino all’altro ieri, ma per fortuna una persona meravigliosa mi ha fatto ritrovare la memoria, di ricordarlo, ogni tanto su questo spazio.
Che altro dire, speriamo che chi di dovere faccia meglio del sottoscritto, celebrando, dal 2016 e poi eventualmente periodicamente, il ricordo di quanti hanno reso il Pallone Cremasco bello, colorato e frizzante, che la memoria non deve essere storia, ma esempio da contestualizzare al … presente. Ovunque voi siate, carissimi Gianni e Marino vi arrivi il mio saluto e quello di chi ha avuto l’onore di conoscervi e mi raccomando: continuate a guardare da un’altra parte, il vostro (e mio) football ahimè fu.
Stefano Mauri