La “vicenda canile” sembra riservare sempre nuove sorprese, non sappiamo quanto gradite ai cani ospitati, unici soggetti davvero portatori di interesse, ma troppo spesso quasi dimenticati da chi si affanna in affari, scontri e rimpalli di competenze. Pare che si vogliano trasferire i cani (e il canile come servizio) niente meno che a Brescia, presso una struttura privata, nota più che altro per il “servizio low cost”. Non comprendiamo come mai il comune accetti (seppure temporaneamente, pare) un soggetto al di fuori del territorio provinciale, in contrasto con uno dei requisiti esplicitamente previsti dal bando da esso stesso emanato! Il canile deve rimanere un servizio erogato a Cremona, non a 50 chilometri di distanza dalla città, con tutte le indubbie problematiche relative al ritorno a casa di cani smarriti e all’adozione di coloro che attendono famiglia. Quante persone si troverebbero in difficoltà o scoraggiati da questa collocazione? A tale distanza, inoltre, diventerebbe ancora più difficile esercitare un reale controllo sulla situazione dei randagi cremonesi.
Per noi il canile deve rimanere a Cremona, ma con una nuova gestione completamente sganciata da condannati, parenti e affiliati. Non vorremmo che il comune scegliesse di delegare a soggetti lontani la gestione del canile per risolvere la situazione senza prendere una posizione seria e decisa nei confronti di fatti e protagonisti della storia e della cronaca recente del canile. A Cremona rimarrebbe soltanto un servizio di emergenza e “prima accoglienza”, se così vogliamo chiamarlo. E a proposito sorge e rimane sempre aperta un’ultima domanda: che cosa se ne potrebbe fare un panificio di un terreno vincolato ad uso canile.
Associazione UNA Cremona (Uomo-Natura-Animali)