Il Conte e il senatore Sermone Vimercati fu il vero demiurgo dell’odierno cinquecentesco Palazzo Comunale di Crema

Il Conte e il senatore Sermone Vimercati fu il vero demiurgo dell’odierno cinquecentesco Palazzo Comunale di Crema

Il nobile Sermone Vimercati Sanseverino: la quintessenza del machiavellismo creativo, ergo le due cene organizzate da Sermone nella sua dimora in borgo Sansepolcro per finanziare il Palazzo Comunale di Crema (1525) e nel castello di Palazzo Pignano (1529).
Come amava definirsi Silvio Berlusconi, il nobile cremasco era “concavo e convesso”, con i massimi livelli di potere pan-europei, il papato, gli imperatori, i re, i duchi, i dogi, etc.. Non abbiamo la data della sua nascita, indicativamente il 1532 è la data della sua morte. Altre notizie certe non sono conosciute, egli per quarant’anni circa operò sull’asse Crema, Milano, Roma, Venezia, Parigi, Madrid, Vienna, Napoli e Vigevano. Impossibile elencare in questo breve testo le sue straordinarie abilità di diplomatico, scegliamo una fra le sue gemme, prima di essere voluto da Papa Giulio II quale suo cameriere cubicularius nel 1503, ergo quando Giuliano della Rovere da cardinale salì al soglio che fu di Pietro.
Sermone visse da nobil e giovin signore alla Corte Ducale Ambrosiana, nel cerchio magico fra ciò che rimaneva del sangue dei Visconti irrorato dai nuovi parvenu, gli Sforza, precisamente al tempo di Ludovico il Moro. A Vigevano, era particolarmente intimo di Galeazzo Sanseverino, genero di Ludovico il Moro. Galeazzo era figlio di Roberto Conte di Caiazzo e di Elisabetta Di Federico di Montefeltro, e lì aveva un suo palazzo. Galeazzo sposò Bianca, la figlia che il Moro aveva avuto da Bernardina de Corradi, la sua prima moglie. Bianca morirà nel 1496 e Galeazzo Sanseverino nel 1525.
I Sanseverino tenevano dimora in Crema già dal 1482. Facenda, figlio naturale di Roberto fu indicato quale persona destinata al comando di Crema e Ugo Sanseverino, anch’egli figlio di Roberto e di Elisabetta di Montefeltro, fu nominato senatore del Ducato di Milano e generale degli Sforza.
Ebbene, nel sontuoso castello di Vigevano grazie al come si direbbe oggi “influencer” Sermone Vimercati si diede inizio a un nuovo ramo nobiliare cremasco-napoletano, infatti nel 1520 sposò Ippolita Sanseverino – figlia di Ugo Sanseverino. I Sanseverino erano partenopei, perciò questa nuova stirpe venne chiamata Vimercati-Sanseverino con dimore in Crema e nel cremasco.
Citiamo anche uno dei tanti che Sermone presentò al duca Ludovico il Moro che resse il Ducato dal 1492 al 1499 : il nobile Filippo da Crema (non ne abbiamo però il cognome). Fu affidato di curare e organizzare il giardino di Beatrice d’Este, la moglie del Moro, sito nel castello di Vigevano, uno dei luoghi più rimirati dai contemporanei. Dal 1492 al 1499 Filippo fu deputato per i lavori di Vigevano, quale unico architetto, fu l’ultimo intervento del duca di Milano a Vigevano.
Chiudiamo dando un taglio politico al nuovo Palazzo Comunale che crediamo, dopo le ricerche e la documentazione che abbiamo ritrovato, che non sia vero che il palazzo fosse pericolante e in consunzione, ma si dovesse demolire l’architettura viscontea sforzesca per dare luogo a quello che oggi vediamo cioè a un’architettura dogale e non Ducale del dogado di Venezia con gli annessi e i connessi nelle viuzze e nella splendida piazza che oggi possiamo ancora rimirare.
Fonte “Rinascimento Cremasco” P. Venturelli – pag 27-28

Luigi Dossena

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