Dimostrazione evidente che non c’è bisogno di sofisticati ed ambigui travestimenti, di trucchi da effettista speciale o di scariche di adrenalina post-Nirvana per fare del bel canto: Eleonora Filipponi è un talento lirico da tenere stretto e continuare a coltivare, perché darà grossi risultati e soddisfazioni. Una voce limpida e potente che, quasi a contraddire la regola dell’estensione vocale, da mezzosoprano si avvicina quasi più alla soprano che non al contralto. Ho sentito su Youtube il suo “aperitivo in voce” con il maestro Tansini al piano e la sua “Ave Maria” di Gounod e ho visto la Serata Bel Canto a Sofia con Raina Kabaivanska che aguzzava l’orecchio alla sua esecuzione di Camille Saint-Saens, ma soprattutto ho sentito Eleonora nell’Aria di Nelly di Bellini e la mia mente s’è persa, è scivolata incantata dietro alla macchina da presa: si è messa, a seguire una lenta, ariosa carrellata, che diventa panoramica dall’alto e poi va a sorvolare Piazza Trento e Trieste di Crema attraversandola tutta alla luce della luna piena. Ecco, se mai girerò un film su Edgar Allan Poe e la sua poetica, mi piacerebbe che, con questa location a Crema, in sottofondo, in questa scena ci fosse proprio la voce di Eleonora…
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