Il grande calciofilo Cesare Prandelli: “Su Balotelli potrei scrivere due libri. Meno tattica nei settori giovanili”

Il grande calciofilo Cesare Prandelli: “Su Balotelli potrei scrivere due libri. Meno tattica nei settori giovanili”

Nel corso della sua intervista a Tuttosport, l’ex commissario tecnico Cesare Prandelli, grande calciofilo, ha parlato del nuovo corso azzurro di Luciano Spalletti, toccando anche il tema Mario Balotelli, giocatore che durante il suo mandato è stato al centro del progetto tecnico della Nazionale e che l’allenatore ha sempre difeso e coccolato: “Ho sempre detto di avere grande fiducia in Luciano e non è che cambio idea dopo il risultato dell’ultimo Europeo. Stanno lavorando tanto, stanno cercando di capire quali ragazzi possono essere più utili nella continuità e nel futuro. Il calcio italiano ha bisogno di far giocare più giovani possibili, all’ultimo Europeo c’erano diversi giocatori con poca esperienza internazionale. Il calcio deve essere al centro del progetto: Federazione e Lega devono assolutamente andare d’accordo. Mario Balotelli? “Su di lui ho parlato talmente tanto che avrei potuto scrivere due libri. Gli ho voluto e gli voglio sempre tanto bene. Era un giocatore di talento, dai grandi colpi, riconosciuto da tutti. Poi però la continuità è un’altra cosa. Ci siamo innamorati del giochismo a scapito della collettività, della fantasia e della imprevedibilità che un ragazzino deve avere. Facciamo così fatica a produrre centravanti, a fare gli uno contro uno, le mezze punte non ci sono più. E i nostri ragazzi non crescono. Quando parlo così mi riferisco ovviamente ai settori giovanili poi le prime squadre è giusto che facciano quello che vogliono. Io parlo della base: un ragazzo quando arriva a 18-19 anni deve essere pronto alla tattica individuale perchè l’imprevedibilità nel calcio fa ancora la differenza. La prima cosa da fare nei settori giovanili sarebbe quella di togliere la tattica, intesa come un sistema di gioco rigido ed esasperato. Se la si eliminasse fino ai 15-16 anni, credo che uscirebbero più le qualità dei nostri giovani“.

stefano mauri

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