Prudenza era una ragazza davvero modesta, amava il mare, lavare l’insalata e fare punture di insulina ai diabetici. Lo faceva con una pacatezza non voluta, come un ragazzino che arrossisce davanti al pane duro…
Mauro lo sapeva e per questo provava per lei una liturgica passione. Mauro e Prudenza non si erano mai incontrati ma ognuno sospettava dell’esistenza dell’altro e il profumino di fragoline di bosco e di mughetto che respiravano nell’aria non faceva altro che rafforzare il loro sospetto.
Prudenza era la seconda di tre sorelle: la primogenita Giasone una ragazza paffutella con la fobia per gli orefici, una passione quasi spasmodica per le persone con la tosse e un indifferenza glaciale verso tutte le trasmissioni di Enrica Bonaccorti. La più piccina, Cautela, collezionista di statuine di Baldassarre dei Re Magi, abile amatrice, ghiotta di farinacei con un carattere molto remissivo.
Le tre sorelle vivevano nel reparto pescheria dell’Esselunga di Vimercate con il loro padre putativo Rosamundo Paco de la Discordia, un ex spadaccino livornese da parte di padre e libertino da parte di madre che per mantenere le tre figliole lavorava part-time per una ditta che chiudeva vasetti di sugo al profumo di sottobosco: uomo integerrimo con la passione per le due e un quarto di pomeriggio, le bottiglie di Nero d’Avola e con il pallino per il seno di Cristina d’Avena. Sposato con Assunta Sparacin, disoccupata, figlia del colosso Veneto degli asparagi Cleto Sparacin; un uomo venuto alla ribalta per le copertine di Novella 2000 dei mesi di agosto e settembre 1961 per aver sposato una cucciola di Pointer Inglese su di una battigia della laguna Veneta davanti gli occhi sognanti di tutti gli invitati e per aver vinto la battaglia legale per l’affido dell’allora piccola Assunta. La bambina l’ebbe dal suo primo marito Vespasiano Lorginotti, pressappochista della periferia di Pordenone: un ornitologo di mezz’età morto investito da dei podisti molto veloci che si allenavano per la 2 Km Saronno-Saronno Nord mentre era seduto fuori casa a carteggiare il cancello della sua villetta a schiera tra Saronno e Saronno Nord.
Erano le due e un quarto del pomeriggio di un 22 marzo 2016 qualunque. Mauro Calbernazzi era li che leggeva Donna Moderna sperando di trovare qualche articolo che parlasse del suo beniamino Terence Hill quando in un battibaleno cominciò a sentire un forte prurito al pomo d’Adamo.
Lì per lì provò a non farci caso ma il prurito si fece sempre più persistente (come quello di un intollerante al cacao quando mangia una quindicina di Pernigotti per intenderci) allora si mise a piangere lacrime amare.
Sam, il suo cucciolo di Samoiedo, vedendolo lagrimare prese in mano la situazione e lo esortò ad andare alla farmacia del dottor Bruttomesso a comprare una pomata contro il prurito.
Anche all’Esselunga di Vimercate erano le 14:15 di un 22 marzo 2016 qualunque e Rosamundo Paco de la Discordia, ex spadaccino livornese padre putativo di tre belle ragazze stava festeggiando il suo orario preferito bevendo una bottiglia di Nero d’Avola. Sua figlia Prudenza lo guardava preoccupata passandosi un’orata quasi del tutto congelata sulle gote arrossate..
-“Papa’ tu hai un problema col da bere!” Disse Prudenza
-“Ma no piccola mia, io adoro il Nero d’Avola perche è proprio un buon vino da pasto!” Ribattè Rosamundo Paco de la Discordia, ex spadaccino livornese padre putativo di tre belle ragazze girando il tappo di un vasetto di sugo al gusto di sottobosco
-“Dovresti bere con piu’ prudenza!” Ribatte la figlia con fare sornione imitando il rumore di un tappo di sughero che si apre portandosi il dito alla bocca
-“Diamine!” Sentenzio’ l’ex spadaccino livornese padre putativo di tre belle ragazze
-“Te ne prego Padre tu cosi mi uccidi!”
-“Ora mi siedo e decido!” Nitrì contrariato il bel Rosamundo Paco de la Discordia, ex spadaccino livornese padre putativo di tre belle ragazze.
Passarono pochi minuti e Rosamundo Paco de la Discordia, ex spadaccino livornese padre putativo di tre belle ragazze decise.
-“Hai ragione mia piccola Prudenza. Mi è scappata un poco la mano. Corri al più presto in farmacia da Bruttomesso a comprarmi l’antabuse o tutto questo vino mi ucciderà!”
Il premuroso padre putativo preparò un cestino da viaggio per la piccola pieno di ogni leccornia, le passò un orata quasi del tutto congelata sulla guancia arrossata e le diede tredicimila Lire del vecchio conio; infine la aiutò a calzare un paio di Madigan blu con lo strappo.
La figliola ringraziò il padre putativo e camminando a filo con il muro con fare guardingo uscì: destinazione Bruttomesso!!!!!!!!!!
Mauro Scese dalla sua Nissan Micra bello come non mai, parcheggiò in doppia fila e fece l’occhiolino al vigile Filippino seduto sul muretto intento a zompar su semini di Azalea con le sue manine pulite. I due si guardarono con un intesa che nemmeno Mariele Ventre e Cino Tortorella, pionieri degli anni ruggenti dello Zecchino d’Oro potevano avere.
-“Parcheggi pure li in doppia fila signore, la Micra è un auto che va guardata!” Cinguettò sognante il dolce asiatico.
-“Ecco a lei un cannoncino! L’ho preso da Samanni, ha dentro lo zabaione! Che è molto buono e nutriente! E sarei felice di dividerlo con lei!”
Allora i due apparecchiarono un tavolino con la tovaglietta a quadri che il bel orientale teneva sempre nel baule della sua auto di servizio e cominciarono a mangiare il cannoncino reggendolo con la bocca come Lilly e il Vagabondo fino a che non lo terminarono e le loro labbra si toccarono in un dolce bacio al gusto di Zabaione.
-“Scusa, ti ho baciato senza nemmeno offrirti da bere!”-
A queste parole appare Marco Pistone, proprietario del Barcelonacafe, celebre Barman del Cremasco, bello come un’Odalisca e bravo solo come il giovane Bramieri durante il Carosello delle pentole Moplen poteva essere: preparò una dozzina di Gin tonic per i due amichetti e poi, sorridendo, si congedò intonando sottovoce i versi della Marsigliese à la Montserrat Caballé.
Mauro, sebbene alticcio per i troppi Cordiali ingeriti, si ricordò di avere prurito al Pomo d’Adamo e salutando l’amico entrò in farmacia per comprare la pomata che responsabilmente Sam, il suo cucciolo di Samoiedo, aveva precedentemente caldeggiato.
All’ingresso della farmacia di Bruttomesso, un omone Ben Messo e dai lineamenti vagamente somiglianti a quelli di Nala la leoncina di cui si innamora Simba il Re Leone accoglie il nostro eroe:
-“Salve! scommetto che le prude il gargarozzo mio bel soldo di cacio!” Tuoneggiò veemente il farmacista.
-“ Ci può scommettere! Sono tutto rosso qui sul Pomo d’Adamo cribbio!”
– “Provi a passarci su un’Orata quasi del tutto congelata, funziona sempre contro i rossori!” Cinguettò da dietro una voce dolce come una boccata di Merit con pacchetto morbido.
Mauro vide il volto arrossato della dolce Prudenza e subito se ne innamorò in modo concreto. Con fare trafelato estrasse il suo cellulare e mandò subito subito un messaggio ad Angelo Schiavini, il suo geometra, per informarsi su come fare un rogito…
La ragazza dal canto suo estrasse da un piccolo cestello un pesce quasi del tutto congelato con la confezione e lo passò sulla gola di Mauro.
-“Va un poco meglio mio caro?” Sospirò la donzella imitando la voce di una giovane Luana Ravegnini.
Mauro, tonico come un Erode il giorno della crocifissione diventò ancor più paonazzo per l’ emozione.
E quando il farmacista gli donò di sua sponte un flaconcino di Sensiderm Mauro, per sdebitarsi, gli diede un bacio salivone; forse perché perso nei suoi occhi da leoncina, forse per fare ingelosire la ragazza con cui stava per avere un rogito o forse perché la voglia di baciare che il vigile dai tratti di “Felipe ha gli occhi azzurri”( protagonista di una fiction RAI con Claudio Amendola nei primi anni ’90) gli trasmise ancora non se ne era andata.
-“Fischia che fiatone di Gin tonic che ha signore!” disse colui che fece battere il cuore al Re della Giungla.
-“Lo so! Ho bevuto prima per festeggiare un bacio!” Disse indomito il nostro beniamino.
-“Anche mio padre beve… ma lui predilige il Nero d’Avola……..” Disse la giovane donna bella come un pezzo di pollo alla cacciatora.
-“E’ qui in macchina?” Ruggì il farmacista
-“Si! Sono qui con la mia Micra! è parcheggiata qui fuori!”
-“Allora guidi con prudenza!”
-“Piacere Prudenza!” Disse la ragazza aprendo gli occhi come toto’ Schillaci dopo il goal contro l’Austria.
Mauro gurdò la ragazza e cominciando a elencargli i nomi di tutti i bagni del lungo mare di Roseto degli Abruzzi:BAGNO OLTREMARE, L’ONDA , MARE FORZA 9, LA CONCHIGLIA NUDA, IL BELL’ANTONIO, LA PERNICE SUL MARE, SIRENE TRACAGNOTTE MA CARINE, L’ATOLLO DEL TIEPIDO, PRESSAPPOCO MARE, LITORALE BIRICCHINO e tanti altri
– “Posso accompagnarla a casa Prudenza?” Disse il nostro sempreverde Capo Brigata
– “Certo! Devo correre all’Esselunga di Vimercate a portare la medicina al mio padre putativo ex spadaccino livornese o morirà!”
– “Bene! Io ho una Micra! In meno di un’oretta saremo là se questo prurito non mi distruggerà prima!”
Mauro prese in grembo la fanciulla, il suo occhio cadde sullo strappo delle sue Madigan color del mare; non poté non esserne lieto e ci tenne a dimostrarlo alla ragazza. Uscirono dalla farmacia improvvisando due passi di Polka come in un’innevata Varsavia ma appena varcato l’uscio Bruttomesso li rincorse e urlò a piedi pari:
-“Signor Calbernazzi mi raccomando la pomata la usi con cautela!!!!!”
-“Mia sorella si chiama Cautela! Già che mi porti a casa potresti fermarti a cena da noi così mia sorella ti spalma la crema sul pomo d’Adamo e tu guarisci!
-“E inoltre il tubetto è un poco duro, per schiacciarlo ci vuole la forza di Giasone!” Bruttomessò il venditore di officinali.
-“Oh che susseguirsi di vento favorevole! Neanche a farlo apposta l’altra mia sorella si chiama Giasone!” Disse Prudenza
Pochi passi dopo il vigile, quando vide Mauro con la ragazza, si rattristì come Lancillotto dopo che Ginevra lo battè in una partita a Pepatencia e si avvicino’ menando il can per l’aia:
-“Lei puzza di Gin tonic, sicché non può guidare, è piuttosto alticcio!”
-“No lui non beve! Disse Prudenza imitando la voce di zia Vivian ( la zia che accoglie il giovane Will Smitt nella sua lussuosa villa di Bel-Air).
-“Certo che beve ne sento l’olezzo fin da qui Eccheddiamine!” Tuonò il contrariato Ranger di quartiere.
Magicamente Prudenza estrasse dalla tasca una confezione di Antabuse facendola roteare in senso orario davanti ai vispi occhi a mandorla del sinuoso re del Sol Levante.
-Lui prende l’Antabuse quindi se avesse bevuto ora qui ci sarebbe una bella pozzangherina di vomito! Sentenzò l’ancella che sapeva il fatto suo.
La sconfitta bruciò sul volto del vigile ancor più di quella subita a Guadalcanal: il suo viso si contorse in una smorfia di dolore e tutti capillari vicino al naso gli si agghindarono a festa.
-“Provi a metterci un orata quasi del tutto congelata su quel rossore al naso e vedrà come si sentirà meglio!”
Mauro guidò la sua Micra veloce come un pacifico Gimondi in direzione Vimercate e così la ragazza arrivò in tempo per salvare il Putativo Genitore da morte certa per intossicazione da Nero d’Avola.
Rosamundo Paco de la Discordia, ex spadaccino livornese padre putativo di Giasone e di altre due belle ragazze ringraziò Mauro per aver riportato sua figlia Prudenza sana e salva, raccomandandola repente come sua sposa. Cautela, la piccina delle tre sorelle De la Discordia con l’aiuto di sua sorella maggiore Giasone, anch’essa ovviamente figlia di Rosamundo Paco de la Discordia, ex spadaccino livornese padre putativo di ragazze che sicuro non sono vasetti di sugo al profumo di sottobosco spalmò la crema sul gargarozzo edematoso del giusto Mauro e il prurito divenne solo uno spiacevole ricordo!
Mauro quella sera si fermò a cena mangiarono un’ottima orata inondata di sugo al profumo di sottobosco magicamente preparato da Rosamundo Paco de la Discordia, ex spadaccino livornese padre putativo di tre belle ragazze dato che la moglie Assunta ormai stanca di essere solo la figlia del colosso Veneto degli asparagi Cleto Sparacin e della tiepida indifferenza con cui la guardava da tempo il marito andò a Crescenzago a farsi rifare il seno come quello di Cristina d’Avena.
E vissero felici e contenti.
Fine
No, non vissero felici e contenti perché dopo l’invito a cena Mauro si sentì in debito e non volendo fare la figura dello spinacio fece un giro per l’Esselunga di Vimercate e prese una bottiglia di Nero d’Avola.RPDLDESLPPDRECCETERA (che d’ora vuole rimanere nell’anonimato), padre putativo della sua futura sposa ne tracanno d’un fiato mezza bottiglia e vomitò per terra a causa dell’Antabuse appena ingerito. Vedendo questa scena anche Mauro imbrattò il pavimento, ma in men che non si dica arrivò sul luogo il vigile dai tratti dolci come quelli di una principessa persiana che vedendo il vomito a terra repentino sentenziò:
-“Allora qui come la mettiamo? Signor Calbernazzi lei è ubriaco ed ha guidato un mezzo potente come una Micra! La dichiaro in arresto!”
Fine
Mauro fu portato nel carcere di massima sicurezza di Poggio Reale ma la bella fanciulla mica si dimenticò di lui ed ogni 13 del mese gli fa arrivare in gattabuia un bel cabaret di cannoncini allo zabione di Samanni per fargli capire che quando sarà un uomo libero lei sarà li ad aspettarlo
Fine
E.C. Luc Merenda