Mentre il patron Giovanni Arvedi è impegnato, nel certamente più importante, complicato, lodevole e strategico scenario di provare ad acquistare l’acciaieria Ilva di Taranto, diventando così, qualora l’affare andasse in porto, dopo la necessaria bonifica degli impianti pugliesi, un unico gruppo, o meglio, un’unica società, raggruppando quindi le acciaierie già operative di Cremona, Trieste, Cornigliano e Novi, eventualmente studiando l’opportunità di quotarsi in borsa.
Ecco mentre il cavalier Arvedi, (nota a margine: la politica italiana dovrebbe sostenere la sua disponibilità di rilevare, garantendo occupazione, progetti futuri, rispetto per l’ambiente e il sociale, gli impianti tarantini), è impegnatissimo su tale fronte, Michelangelo Rampulla, nuovo presidente operativo della Cremonese, club caro ad Arvedi, a un mese abbondante dal suo insediamento, sta lavorando sodo per riportare in auge, con il trainer Attilio Tesser e il direttore sportivo Giammarioli, il sodalizio grigiorosso militante in Lega Pro.
L’obiettivo innanzitutto è quello di salire subito, impresa sin qui sempre sfiorata, in serie B e poi, una volta consolidato l’approdo tra i cadetti, beh osare l’audace colpo serie A, quantomeno sarebbe un dolce sogno da cullare. No? Del resto, sognare non costa nulla.
, nel recente passato, allorquando allenava il Novara, centrò una simile trionfale cavalcata acciuffando, in brevissimo tempo, il massimo olimpo calcistico partendo, proprio, dalla Lega Pro. Sì vuole vincere, e se lo meriterebbe, il cavaliere Giovanni Arvedi, imprenditore capacissimo e laborioso, ma soprattutto mecenate prezioso per Cremona. E con lui l’intera città del torrone ha una voglia matta di serie B e la triade composta da Rampulla – Giammarioli – Tesser proverà ad accontentare tali desideri. Prima però, come ama ricordare Rampulla, l’importante è tornare a riempire lo stadio Zini, patria della Cremonese, di tifosi, tifo ed entusiasmo, riscoprendo, in questo modo, il senso d’appartenenza.
Stefano Mauri