Si intitola “II futuro della meccatronica in Italia” la ricerca voluta da Federmeccanica allo scopo di esplorare la transizione digitale ed ecologica, denominata anche “twin transition”, nelle imprese meccatroniche del Paese. L’obiettivo dichiarato dello studio è condividere buone pratiche aziendali in ottica peer-to-peer learning.
Cosa serve, dunque, mettere in campo per costruire un’Italia meccatronica competitiva nel panorama mondiale?
“Dopo aver dato voce alle piccole e medie imprese italiane ai massimi livelli nel settore, tentando di indagare su quale sia il modo migliore per prepararsi al futuro, ciò che emerso è molto indicativo”, come ha spiegato il Vice Presidente di Federmeccanica, Corrado la Forgia , presentando la ricerca realizzata dal Lab Federmeccanica “Liberare l’Ingegno”, un laboratorio che si avvale del contributo di imprenditori, manager e accademici per svolgere un’operazione di divulgazione e consapevolezza rispetto alle innovazioni del settore: dalla transizione energetica all’organizzazione del lavoro, dai nuovi fabbisogni professionali all’innovazione di processo e di prodotto.
“Sentiamo continuamente parlare di ‘Made in Italy’, ma non di ‘Invented in Italy’, che invece ben rappresenta la sintesi di un’evoluzione industriale fondata sull’innovazione. Abbiamo fatto dei passi in avanti, ora serve fare un salto di qualità, mettendo a fattor comune le esperienze e coinvolgendo sempre di più ogni attore in un’operazione di sistema nella quale gli agenti del cambiamento diventino i protagonisti del cambiamento. L’Italia è il secondo Paese manifatturiero in Europa e per questo motivo è fondamentale saper raccontare il valore economico e sociale delle realtà che ne fanno parte. Si scopre così, leggendo lo studio, che la trasformazione digitale ed ecologica è partita dagli imprenditori e dai manager italiani molto prima che venissero messi in campo gli incentivi pubblici, perché queste persone illuminate avevano e hanno tuttora a cuore il futuro delle proprie aziende, ma anche quello del pianeta. Questo a conferma di come investire in nuovi progetti sia la chiave per continuare a evolvere e la scelta di prendere parte al progetto Italia Meccatronica a partire dal 2024 si inserisce proprio in questa prospettiva. Negli ultimi anni, l’Industria 4.0 ha trasformato la fabbrica in un luogo ricco di stimoli, dove l’ingegno degli uomini e delle donne che ne fanno parte consente di generare innovazione e benessere”. Ha insomma le idee chiare l’ingegner La Forgia, general manager della Vhit, realtà frizzante nel campo dell’Automotive, di Offanengo.
stefano mauri