Quella di questa domenica non è di per se una foto storica. L’ho scattata io stesso passando in piazza Giovanni XXIII pochi anni or sono. Era l’indomani della chiusura della Drogheria Cazzamalli, storica rivendita della città. L’ultimo depositario dell’anitca ricetta del tortello cremasco made in Cazzamalli è stato Amilcare. La drogheria ha chiuso i battenti qualche anno fa dopo oltre 100 anni di storia. Per 100 anni i cremaschi che volevano fare in casa i Tortelli sono entrati da Cazzamalli chiedendo le dosi per la ricetta. Il testimone di drogheria del Tortello è passato alla drogheria Parati, in via Dante, locale storico che ha oltre 50 anni.
Dicevo passando davanti alla drogheria chiusa mi imbattei nel commosso omaggio di un cliente che aveva affisso un cartello scritto a mano che recitava: “l’antica bottega dei sogni non c’è più, è calato il sipario è finita una storia. Nel cielo si spegne una stella”. In realtà va dato onore al merito a chi è entrato in quel locale dopo la chiusura della drogheria. I gestori del locale Mostaccino innanzi tutto hanno voluto omaggiare la storia del luogo chiamando il bar come l’ingrediente misterioso del tortello cremasco, il biscotto detto Mustacì ( a cui hanno dedicato una canzone anche Elio e le Storie tese). Il fascino interno del luogo è stato poi conservato mantenendo alcuni elementi dell’arredamento originale della drogheria.
Di qui passava la storia del tortello cremasco che si dice si perda nei secoli e parta da Venezia. Si perchè l’unione delle spezie pregiate che arrivavano da oriente durante il periodo di alleanza con la Serenissima e i prodotti tipici della piana padana di dice abbaino dato origine al nostro piatto “nazionale”. Comunque sia sempre viva la Repubblica del Tortello.
Emanuele Mandelli