Non c’è verso di metterglielo in testa. Proprio non riesce a capire che tutte le meraviglie del mondo sono da quell’altra parte. Ed è incredibile come una mano gracile, rugosa e disegnata da una rete di vene azzurre, si possa trasformare in un artiglio. La guardo con tutto l’odio di cui sono capace perché mi sento truffato: “Te la do io la moina, caro il mio bel nipotino di qua e di là, e giù carezze sui capelli e sul viso.” E sappi che sto pensando che sei fortunata perché non conosco ancora le parolacce che dicono i grandi, ma se vuoi essere la mia nonna, là mi devi portare, perché là ci sono le caramelle, le meringhe, le stringhe e le scarpette di liquerizia, là ci sono tutti i colori cangianti dello zucchero.
Niente, irremovibile, neppure solo per farmi annusare gli odori delle nocciole caramellate, del torrone e delle castagne glassate. E così ben gli sta di avermi riportato a casa più morta che viva, “perché ti devo preparare la merenda.” Capirai!
Però… La fettina di torta con le noci e i mirtilli stuzzica e poi, di sicuro per farsi perdonare il comportamento scorretto tenuto in precedenza, anche i savoiardi inzuppati nella tazzina piena di cioccolata non sono niente male. E che dire del bignè alla crema: “L’ultimo, eh! Ché sennò stasera a cena non mangi più niente e te la racconto, poi, la solfa.”. Mi sembra che le cose vadano per il verso giusto; peccato però che i grandi riescano sempre a rovinare tutto sul più bello. Infatti, mentre la nonna, a conclusione della merendina sta versandomi una lacrima di Veuve Clicquot, i miei genitori irrompono nel salottino e senza profferire parola mi strappano dal tavolino imbandito. “Mamma, poi tu e io facciamo quattro chiacchiere, eh!” dice mia madre. Non capisco e mi rassegno dopo un paio di scappellotti. Per oggi va così, sembrano dirmi gli occhi della nonna, ma domani…
Beppe Cerutti
La foto è stata presa dalla pagina facebook Milano sparita e da ricordare