La meteora di Foligno? E se fosse caduta a Palazzo Pignano

La meteora di Foligno? E se fosse caduta a Palazzo Pignano

“Intorno ai 500 anni del palazzo comunale di Crema 1524-2024”

“La meteora descritta da Sermone Vimercati  (il mecenate che fece costruire il Palazzo Comunale di Crema) a Raffaello Sanzio, dipinta nella pala chiamata la Madonna di Foligno.”

Ebbene, in questo documento tratteggeremo la figura di Sermone Vimercati,  vero signore che ha dominato la scena fra la fine del 400 e l’inizio del 500, fra la sua città natale Crema, Milano, Roma e Palazzo Pignano.

Noi però cominciamo questo racconto da Urbino, precisamente dalla corte del duca Federico di Montefeltro, ove opera il cremasco Martino da Vailate dal 1474 . Era un frate agostiniano, cortigiano e scrittore di latino, egli entrò nella corte ducale grazie alla consorte del duca Battista Sforza. Spicca il suo nome infatti nella biblioteca vaticana nel “Codice Urbinate latino”, al n. 1193 dei codici dove troviamo uno scritto alla morte del duca di Urbino al n. 30 nella parte seconda degli 80 Carmi.

Persino nella ancor più prestigiosa biblioteca del mondo, la biblioteca Apostolica Vaticana, frater Martino de Vailate trova posto fra gli scrittori, accanto ai nomi di Donato Bramante e Raffaello Sanzio, entrambi urbinati.

Ebbene, quando Donato Bramante giunse a Milano da chi fu colà indirizzato? Da frate Martino? E perché nel 1483 il cremasco Agostino de’ Fondulis, quando giunse da Padova dalla bottega di Donatello e dalla collaborazione con Andrea Mantegna, fu inviato a Milano? e Donato Bramante architetto già affermato lo volle accanto per plasmare le straordinarie statue di “San Satiro”?

Di più, Leonardo da Vinci volle Agostino de’ Fondulis con sé, il 25 Aprile 1483 quale testimone e cofirmatario del contratto stipulato con i frati in Porta Ticinese per la Vergine delle Rocce.

Noi cessiamo di elencare le personalità e i gioielli artistici sostenuti e commissionati da quella mente illuminata di Sermone Vimercati ai sommi artisti di quel tempo e introduciamo una seconda parte, quella afferente alla meteora caduta il 4 settembre 1511 nel moso di Crema.

Con un breve inciso tratto un documento dal titolo “Un quadro Francescano”  all’interno della Miscellanea Francescana “Storia di lettere, di Arti” diretta dal sacerdote don Michele Faloci Polignano, Volume 5° ,  fascicolo I, 1890. La citazione tratteggia la prima Pala dipinta da Raffaello Sanzio quando aveva 28 anni, chiamata la Madonna di Foligno. Raffaello Sanzio fu chiamato a Roma da Papa Giulio II con accanto il cameriere cubicularius e commensale perpetuo Sermone Vimercati.

Tralasciamo tutta la documentazione per arrivare al passaggio fondamentale che dice a pagina 152:

[…] Allora qui però interviene l’astronomia e osserva che quel mobile sotto l’iride, non è già un arnese di guerra bensì un fenomeno aereo, è una meteora. Infatti, il 4 settembre 1511 cadde a Crema un meteorite di oci molto si parlò molto allora ed al quale si attribuirono le più strane influenze. Il 18 Marzo 1891 nella seduta della specola Vaticana il Direttore di essa P.F. Denza, riferì a nome dell’astronomo H.A. Newton di New-Haven nel Connecticut (America), che questi aveva dimostrato quel globo di fuoco essere un meteorite, e ricordare quello cremasco del 1511. Questa stessa comunicazione fece l’Holden direttore dell’osservatorio di Lick, questo confermò e il Deaubree all’accademia delle scienze di Parigi, questo si lesse riprodotto in vari giornali, sicché pare possa ritenersi come certo che Raffaello in quel segno non colorì un’ arme guerresca, bensì una meteora celeste.”

Una domanda sorge spontanea: trattasi della madonna di Foligno o della madonna di Palazzo Pignano? Molta altra documentazione è in nostre mani, prossimamente..

Parte prima.

“Pagine di Storia Cremasca”

Luigi Dossena

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