Chi si interessa almeno un minimo dell’andamento dei giochi online, potrà dire che stanno conoscendo un vero e proprio periodo d’oro che va avanti ormai da molti anni. Nonostante questa crescita così impetuosa, però, c’è da registrare nel settore dei casinò online il calo del poker online che ha subito un’importante flessione e tutto questo non ha inciso minimamente sui trend, sempre in positivo.

Guardando gli ultimi dati riferiti ad aprile 2016 notiamo una nuova crescita quasi “esplosiva”. Se poi li confrontiamo alle statistiche dei primi mesi dell’anno precedente ci rendiamo conto facilmente di quanto gli italiani amino questa particolare nicchia del gioco online. Da quanto emerge, nel solo 2015, il 25% degli italiani ha giocato almeno una volta online. Dunque circa 16 milioni di italiani si divertono sui nuovi canali digitali, niente male. E senza nessuna distinzione sul sesso visto che il numero di uomini e donne che giocano è praticamente identico.

Ma veniamo adesso alla nostra regione. Quando si parla di casinò online la Lombardia è la regione che fa registrare il maggior numero di giocatori, seguita da Campania e Lazio. In genere sentiamo sempre parlare di giochi online, e specie di casinò online, sempre più diffusi al sud italia, ma invece non è proprio così da quello che abbiamo visto. Il gioco online, così come lo è quello “analogico”, è diffuso su tutto il territorio nazionale. Non sembra esserci neanche distinzione per quanto riguarda l’età media dei giocatori tanto da poter affermare è tra i 22 e i 65 anni.

Ad impressionare è il giro d’affari che c’è dietro i casinò online. Ovviamente gli operatori con licenza AAMS che possono offrire servizi nel nostro Paese sono in gran parte delle multinazionali specializzate in questo settore. Pensiamo all’irlandese Paddypower, ma anche a Pokerstars fino ad arrivare all’italiana Snai, tutte società che sono regolarmente autorizzate che devono rispettare regole rigide e sottoposte a tassazione. Ovviamente maggiore è il giro d’affari e maggiori saranno gli introiti che finiranno nelle tasche dello Stato.

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