La storia del Politeama Cremonesi in un progetto universitario al Sacro Cuore di Milano

La storia del Politeama Cremonesi in un progetto universitario al Sacro Cuore di Milano

La sera del mio compleanno ero a cena con delle amiche e la mia compagna. Visto che ormai non sono più un ragazzino il discorso è caduto sull’approccio che hanno i cinquantenni nei confronti dei social network e sui mille modi in cui ci tendono delle trappole. Raccontavo di quante richieste di amicizia da fantomatiche “ventenni calde” in media un uomo adulto riceve ogni settimana. In quel momento un messaggio da un numero sconosciuto mi arriva su Whatsapp. Iniziava con una cosa tipo: “siamo tre studentesse universitarie”, non andai oltre nella lettura ridendoci sopra con le mie commensali visto che ricadeva pienamente nel discorso.

Una volta a casa però prima di bloccare il numero rilessi il messaggio ed era davvero troppo circostanziato per essere un messaggio cattura gonzi. Questa Francesca Branca e le sue colleghe dell’Università Sacro Cuore di Milano mi spiegavano di stare attuando “un progetto universitario che consiste in un confronto presente-passato di una sala cinematografica attiva o abbandonata attraverso fonti storiche, di archivio, iconografiche, di persone del posto” e di aver scelto Crema perché una delle tre persone coinvolte era cremasca. Insomma, decido per una volta di dare credito e rispondere.

Da li è iniziata una fitta corrispondenza con Francesca durata mesi. La loro idea iniziale era quella di raccontare qualcosa relativa ad un cinema cremasco odierno, magari partendo dalla multisala Portanova. Ma, con tutto il rispetto e l’amicizia che mi lega a quel luogo, ha una storia troppo breve, ha compiuto 20 anni in questi mesi, rispetto ad altre realtà locali. Decido quindi di provare ad indirizzare il fantastico trio verso il mitico Politeama Cremonesi.

La cosa va in porto e da qua Francesca, Giulia e Giorgia partono per un incredibile viaggio che le porterà a conoscere e parlare davvero con “mezza Crema”. Da Celestino Cremonesi, si magari non tutti lo ricordano ma il professore/preside è il figlio dello storico gestore del cinena che stava in via Mazzini, ha anche gestito la sala nei suoi ultimi anni. Che sia un appassionato di cinema lo so bene. Ma di Curt dela Russia e del film del Galmozzi magari parleremo in altra sede.

A proposito di Galmozzi. Ovviamente poi è entrato in campo il Centro e Nino Antonaccio e poi via via il Gruppo Antropologico, Biblioteca e altri personaggi della variegata storia culturale cremasca. L’iter di contatti lo potete leggere in maniera particolareggiata nel report introduttivo al lavoro svolto. Cliccando QUI.

Insomma alla fine ieri sera Francesca mi ha mandato il risultato complessivo della ricerca che le ha davvero appassionate e che, non da ultimo, ha ricevuto un gran voto. Adesso il bel lavoro di Francesca Branca, Giulia Cobianchi e Giorgia Foscari è a disposizione dei tanti che hanno dato una mano tramite le pagine di Sussurrandom.

La presentazione la potete vedere cliccando QUI. Contiene un sacco di informazioni e di materiale iconografico raccolto in questi mesi di lavoro. E personalmente me la tiro tantissimo essendo citato per nome e cognome nel report introduttivo come punto di partenza e di svolta di queta bella ricerca.

Qui sotto potete trovare una selezione delle immagini che corredano la presentazione raccolte dalle tante fonti consultate tra pagine Facebook, appassionati, intervistati, centro Galmozzi, microfilm conservati in biblioteca e altre ancora.

Insomma, non sempre le belle sconosciute vogliono gabbarvi. Quasi sempre eh, mi raccontando in campana….

emanuele mandelli

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