Egregio signore, nel pieno delle mie facoltà mentali e alla presenza del notaio Tal de’ Tali le comunico che tra pochi giorni la ucciderò. Pertanto la invito a fare testamento eccetera eccetera.
Lettere come questa ne ricevo almeno un paio al giorno e, data la mia posizione, la cosa non mi stupisce. Tuttavia in questo caso particolare vi è un dettaglio che mi preoccupa, cioè il notaio, con il quale mi sono messo in contatto: ha confermato l’autenticità della missiva ma si è trincerato dietro il segreto professionale circa l’identità del mittente. Non ho l’autorità per potermi imporre al legale quindi, signor commissario, mi rivolgo a lei, che di tale potere dispone.
Nella notte tra il 14 e 15 febbraio 1943 la città venne nuovamente bombardata. Ordigni incendiari distrussero anche l’ufficio del notaio Tal de’ Tali, dato per disperso e mai più ricomparso. Complessivamente la città pianse oltre 130 morti e tra questi, sepolto tra le macerie, l’uomo che poco prima s’era recato in via Fatebenefratelli. Al momento del ritrovamento nessuno fece attenzione al coltello conficcato tra le scapole. Dall’obitorio chiamarono la Questura ma il caos generale fece sì che la pratica, niente di più che una velina, finisse chissà dove.
Il caso è tuttora irrisolto: l’unica certezza è che l’uomo venne pugnalato alle spalle prima dell’inizio del bombardamento.
Beppe Cerutti