Il 2016 sarà probabilmente ricordato, dal punto di vista economico, come l’anno della corsa ai beni rifugio, l’oro in primis. Già ad inizio anno, infatti, gli investimenti in oro erano aumentati a seguito della crisi dei titoli bancari e del bail-in. In questi ultimi giorni, invece, a far risalire il prezzo dell’oro ci ha pensato il Brexit.
La vittoria del Sì al referendum per l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea ha creato una serie di conseguenze sui mercati non solo europei, ma mondiali.
Al crollo delle borse e alla svalutazione della moneta è, infatti, seguito un incremento della quotazione dell’oro, che è letteralmente schizzato verso l’alto, in poche ore.
Ad un primo rapido incremento di oltre 100 dollari per oncia, fa fatto eco subito un leggero quanto insignificante ribasso nei giorni successivi. Tuttavia, la voce degli esperti evidenzia come, per tutto questo anno, il prezzo dell’oro continuerà a salire e, presumibilmente, arriverà fino a quota 1900 dollari ad oncia.
Ma l’effetto del Brexit non tenderà ad esaurirsi tanto rapidamente.
Se da un lato, infatti, questo picco iniziale della quotazione oro è stato dettato prevalentemente dal risultato del referendum, è altrettanto vero che il Brexit avrà una serie di conseguenze che continueranno ad influenzare gli andamenti dei mercati e, quindi, delle valute e della quotazione dell’oro. Infatti, il quadro politico post-Brexit non è ancora delineato e, soprattutto, non sono definiti i tempi e le condizioni dell’ufficializzazione dell’esclusione della Gran Bretagna dall’Europa né tanto meno è possibile prevedere tutte le possibilità economiche che saranno portate da questa separazione.
Fino a che non saranno ben delineati questi fondamentali aspetti, è chiaro che sarà difficile prevedere quali possano essere gli andamenti del prezzo dell’oro nel prossimo futuro.
Se da un lato la continua salita mette d’accordo tutti gli economisti, più difficile è, invece, definire una serie di altri parametri, in particolare il picco di massimo che raggiungerà l’oro entro fine anno e la durata di questo periodo di forza dell’oro.
Cosa significa tutto questo in termini di vendita o acquisto dell’oro? Nei momenti in cui le monete vengono svalutate, ossia nei momenti di crisi economica e politica come quello che si sta vivendo in questo periodo, in molti si ricordano dell’oro come di un bene rifugio, ossia di un bene che permette di superare i momenti di crisi finanziaria grazie al suo valore, che non dipende dal valore delle valute mondiali.
Come in questo caso, in cui gli investitori hanno dato inizio ad una vera e propria corsa all’oro per poter accaparrarsi quanto più possibile, elevate quantità d’oro, sia fisico che finanziario. Se da un lato, però, i trader sono abituati ad effettuare investimenti e per loro quello che cambia è soprattutto l’asset in cui si investe, per i privati le modalità di investimento in oro possono essere differenti.
Per poter investire nel metallo giallo in questo particolare periodo, è fondamentale interessarsi esclusivamente ai lingotti, caratterizzati dall’essere realizzati in oro puro, ossia a 24 carati. Altre modalità di investimento sono, invece, meno consigliate: in particolare si ricorda che gli investimenti in gioielli sono quelli meno convenienti, sia perché l’oro dei gioielli è a 18 carati e non a 24, sia perché nell’acquisto dei gioielli non si paga solo il peso dell’oro ma anche l’importanza del brand e la lavorazione.