Fabio Rizzi, consigliere leghista (e presidente della Commissione regionale della sanità, ndr) arrestato nei giorni scorsi per corruzione (l’inchiesta ancora una volta riguarda rapporti e appalti e istituzioni, ndr), nel 2012, in quel di Bergamo, accanto a Roberto Maroni detto Bobo, invocando pulizia contro Umberto Bossi (manca assai il Senatur alla politica italica, ndr) e il suo Cerchio Magico sventolava scopa e ramazza. Ma facciamo un passo indietro, andiamo precisamente nel 1994 quando, Bossi (era e resta l’Orgasmo, Salvini è un orgasmo invece, ndr) scoprì che il tesoriere leghista d’allora, tal Balocchi aveva preso una mazzetta dalla Montedison da 200 milioni di lire e, per recuperare e restituire tale cifra, dinanzi all’ingresso del quartier generale padano mise una botte salvadanaio.
Altri tempi, forse altre persone. Ma quella delle tangenti, oggi si chiamano consulenze, è solo una delle varie, presunte per carità, ombre che offusca il brillante verde padano della Lega, partito – movimento che rischia di passare alla storia, almeno così narrano le cronache più o meno recenti, come il partito (che predica comunque bene) del vorrei, ma non posso. Sì poiché pure nell’ambito delle strutture e infrastrutture, da Malpensa (aeroporto – cattedrale nel deserto fortemente voluto ai tempi da Prodi, Burlando, i leghisti e altri politici trasversali), alla Brebemi (ne parlano poco e in pochi dell’autostrada costosa, misteriosa, tutt’ora semisconosciuta e poco utilizzata, ndr), passando per il canale navigabile Cremona – Milano (opera mai nata, ma che qualcuno oggi vorrebbe proporre, ndr), ecco, forse qualcosina non torna e magari, qualcuno, all’interno della Lega (ha avuto voce in capitolo su quelle e altre linee) dovrebbe dire la sua. No?
Stefano Mauri